Interpreti e ruoli
Clive Owen (Benno), Jasmine Trinca (Allegra), Irene Jacob (Brigitte), Andrea Carpenzano (Michele), Teco Celio (Concierge), Edoardo Gabriellini (Cristian)
Soggetto
Allegra, una trentenne in preda a sempre più frequenti attacchi di panico, vive praticamente reclusa in casa. Il suo vicino, Benno, è un noto conduttore televisivo con evidenti problemi di alcolismo. I due si muovono su rette parallele che, però, complice una notte turbolenta, finiscono per incontrarsi….
Valutazione Pastorale
Giorgia Farina, alla sua terza regia dopo “Amiche da morire” (2013) e “Ho ucciso Napoleone”(2015), dirige questo road movie che parte da Roma e, attraverso tappe in posti (s)perduti in un viaggio sostanzialmente guidato dal caso, approda in Inghilterra. Un percorso segnato da incontri, abbandoni, ritorni, svolte e rivelazioni. Benno (Clive Owen) è un conduttore televisivo famoso, sposato con un’infermiera francese, Brigitte (Irène Jacob); alcolista quasi all’ultimo stadio è sempre sul punto di entrare in una clinica per disintossicarsi, ma non riesce mai a fare il passo decisivo. Una notte, completamente ubriaco, cerca di entrare nell’appartamento della sua vicina, Allegra (Jasmine Trinca), una giovane donna che si è autoreclusa in casa in preda a una serie di fobie che si è andata allungando negli anni. Unico punto di contatto con il mondo esterno è il suo ragazzo, Michele (Andrea Carpenzano), che peraltro la crede sempre in viaggio alla ricerca di posti sperduti che descrive minuziosamente nel suo blog. “Guida romantica a posti perduti” è una commedia drammatica svagata e triste, i cui protagonisti partono per una viaggio reale, metafora di un cammino interiore che ciascuno dei due deve compiere, chi per liberarsi da strati e strati di paure accumulati in anni di solitudine e bugie, chi per tornare alle proprie radici, accettandole e accogliendole per poter pensare di avere un futuro. Giorgia Farina dirige con misura e pudore una storia priva di colpi di scena o grandi passioni; un racconto arruffato, a tratti troppo diluito, di anime perse, di emarginati esistenziali (non sociali), mai pienamente integrati nel mondo, alla ricerca di una possibilità. Il finale “rock” chiude il film ma non compiutamente la storia, lasciando allo spettatore troppe suggestioni e possibilità non approfondite né coerentemente concluse. Buona, ma spesso accademica, l’interpretazione di Clive Owen e Jasmine Trinca; Andrea Carpenzano è sempre bravo, ma rischia, ancora una volta, di ricadere nel cliché del ragazzotto romano. Dal punto di vista pastorale il film è da valutare come complesso e problematico.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria prevedendo, in presenza di bambini e ragazzi, l'accompagnamento di adulti ed educatori.