Orig.: Gran Bretagna (1998) - Sogg.: tratto dal libro "A genius in the family" di Hilary e Piers Du Pré - Scenegg.: Frank Cottrel Boyce - Fotogr.(Panoramica/ a colori): David Johnson - Mus.: Barrington Pheloung - Montagg.: Martin Walsh - Dur.: 122' - Produz.: Oxford Films, Intermedia Films, Film Four con la partecipazione di British Screen, The Arts Council of England.
Interpreti e ruoli
Emily Watson (Jackie), Rachel Griffiths (Hilary), James Frain (Danny), David Morissey (Kiffer), Charles Dance (Derek), Celia Imrie (Iris), Rupert Penry Jones . (Piers)
Soggetto
Fin da bambine, le sorelle Hilary e Jackie Du Pré sono inseparabili e condividono giochi, divertimenti e una passione particolare per la musica. Hilary, la maggiore, sembra all'inizio riuscire meglio in questo campo. Ma, quando arriva a nove anni, Jackie comincia ad esprimere uno straordinario talento nel violocello. Arrivano le prime esibizioni, i concorsi scolastici, Jackie vince suscitando grande entusiasmo. E mentre Hilary rimane dimenticata in secondo piano, Jackie diventa una star internazionale. Hilary si innamora, si sposa, fa vita di famiglia. Un giorno Jackie, disperata e sull'orlo di una crisi nervosa, arriva all'improvviso nella fattoria isolata dove abita la sorella. Si sistema in casa, entra nelle abitudini della famiglia e comincia a provocare scompiglio. Il suo equilibrio sempre più labile la porta ad insidiare il marito di Hilary, fino a sedurlo, invitando a dare vita ad un menage a tre. Hilary si ribella, cerca di scaricare la sorella. Ma la situazione si interrompe solo con l'incalzare della malattia di Jackie. Colpita da sclerosi multipla, la donna muore in breve tempo.
Valutazione Pastorale
Personaggi e fatti sono autentici. Jacqueline Du Pré, celebre violoncellista britannica, é morta di sclerosi multipla a 42 anni nel 1987,dopo una carriera durante la quale, riferiscono le cronache, ha incantato il pubblico con concerti densi di passione e virtuosismo. La sorella Hilary e il fratello Piers hanno scritto una biografia rivolta a svelare l'altro volto dell'artista, dipinta come una donna in preda a continue crisi nervose che trovavano sfogo in atteggiamenti all'insegna di ricatti emotivi, sentimentali, sessuali. Nel film risulta oltremodo difficile capire dove finisce la parte vera,quindi di cronaca, e dove comincia quella inventata: i toni melodrammatici gonfiati e tenuti alti dalla regia confondono la storia, che diventa tutta di maniera, costruita e un po' stucchevole. Resta la realtà di una malattia terribile insinuatasi nella mente e nel corpo di una donna portata ad esprimersi attraverso l'arte e la musica. Così il film, dal punto di vista pastorale, si colloca nella valutazione del discutibile, con le molte ambiguità che lo caratterizzano. UTILIZZAZIONE: Riportare in primo piano, attraverso il film, la figura di questa musicista può assumere qualche interesse, purché l'utilizzazione sia in contesti mirati e con opportuni supporti critici.