HOLLYWOOD,VERMONT

Valutazione
Accettabile-riserve, ambiguità
Tematica
Avidità, Cinema nel cinema, Denaro
Genere
Commedia
Regia
David Mamet
Durata
105'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
State and main
Distribuzione
Medusa Film
Musiche
Theodore Shapiro
Montaggio
Barbara Tulliver

Orig.: Stati Uniti (2000) - Sogg. e scenegg.: David Mamet - Fotogr.(Normale/a colori): Oliver Stapleton - Mus.: Theodore Shapiro - Montagg.: Barbara Tulliver - Dur.: 105' - Produz.: Sarah Green.

Interpreti e ruoli

Alec Baldwin (Bob), William H.Macy (Walt Price), Rebecca Pidgeon (Anne), Sarah Jessica Parker (Claire), Philip Seymour Hoffman (Joe), Charles Durning (sindaco Bayle), Julia Stiles (Carla), David Paymer, Clark Gregg, Patti Lupone

Soggetto

La lavorazione del film "Il vecchio mulino" viene interrotta, e la troupe é trasferita a Waterford, un piccolo paese del Vermont. Qui il regista Walt Price scopre con amarezza che il vecchio mulino pubblicizzato sulle cartine é stato distrutto anni prima. Diventato inutile il motivo del trasferimento, il set si ferma. Il produttore non manda più soldi, lo sceneggiatore é invitato a riscrivere le scene, e infine arriva la notizia che Claire, l'attrice protagonista, vuole 800mila dollari per mostare il seno secondo il copione. In attesa di qualche novità, attori e tecnici cominciano a familiarizzare con il luogo e con gli abitanti. L'incontro tra due modi di vita totalmente diversi ottiene esiti disastrosi. Bob, l'attore protagonista, incline alla conquiste femminili, porta in camera una ragazzina, e in seguito viene arrestato. Invece Joe, lo sceneggiatore, familiarizza con Anne e lui sembra trovare nuova ispirazione per scrivere con più sincerità. Quando però il sindaco invita regista e attori a cena, nessuno si presenta, provocando molta delusione e dispiacere. Un giorno arrivano gli 800mila dollari promessi. Ma i ruoli ora sono cambiati, e il film che si comincia a girare si intitola "Incendi del cuore".

Valutazione Pastorale

Si tratta di una commedia di taglio satirico sullo scambio tra set e vita. Il quadro di fondo é chiaro e dichiarato: di fronte all'attore e al regista che vivono di finzione anche quando terminano il lavoro e si muovono in un contesto di fasulla gestualità si pone la semplicità del paesino, la modestia degli abitanti, la loro ingenua ricerca di sentimenti autentici. In realtà poi tutti stanno recitando (ossia 'fingendo'), e Mamet é bravo ad tessere il ricamo di un puzzle in cui i pezzi faticano a risistemarsie a trovare una unitarietà finale. Il gioco di specchi intriga molto l'autore, che da par suo arricchisce il rincorrersi delle immagini con battute salaci e dialoghi vivi, azzeccati, pungenti. Ne deriva un sostanziale atto d'amore per il cinema, una 'macchina' capace di costruire menzogne, di smontarle, di essere dolce, accattivante, confortevole. L'omaggio alla 'finzione' come momento ideale di indagine della realtà é interessante ma lascia spazio a qualche ambivalenza, qualche eccessivo compiacimento, qualche momento più debole e ripetitivo. Così il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, ma con riserve per una certa ambiguità di fondo. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare nell'ambito della tematica 'cinema nel cinema'. Attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.

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