I GATTI PERSIANI

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Giovani, Libertà, Musica, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Bahman Ghobadi
Durata
101'
Anno di uscita
2010
Nazionalità
Iran
Titolo Originale
Kasi az Gorbehaye Irani Khabar Nadareh
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
Mahdyar Aghajani, Ash Kooshha
Montaggio
Hayedeh Safiyari

Orig.: Iran (2009) - Sogg. e scenegg.: Bahman Ghobadi, Roxana Saberi, Hossein M. Abkenar - Fotogr.(Scope/a colori): Turaj Aslani - Mus.: Mahdyar Aghajani, Ash Kooshha - Montagg.: Hayedeh Safiyari - Dur.: 101' - Produz.: Mehmet Aktas, Bahman Ghobadi.

Interpreti e ruoli

Negar Shaghaghi (Negar), Ashkan Koshanejad (Ashkan), Hamed Behdad . (Nader)

Soggetto

A Teheran oggi, due musicisti, un ragazzo e una ragazza, sognano di formare una band con la quale andare a suonare a Londra e nel resto d'Europa. Cominciano a muoversi nel mondo underground della città e trovano altri coetanei interessati al progetto. Ma l'ostacolo principale resta quello di ottenere passaporti e visti per l'espatrio...

Valutazione Pastorale

Da almeno 30 anni -testimonia Bahman Ghobadi- in Iran la musica occidentale é virtualmente proibita dalle autorità. Si suona e si ascolta in locali undergruond. Esiste quindi un mondo nascosto di musicisti non visti dalla maggior parte della popolazione. Anche portare cani e gatti in macchina è proibito, e da qui deriva il titolo, "I gatti persiani", "la prima vera testimonianza della realtà di questi giovani musicisti" aggiunge Ghobadi. Una testimonianza dall'interno è sempre preziosa e utile. Il regista sceglie un taglio espressivo coraggioso, quasi spettacolare, e affonda l'obiettivo del cuore di Teheran, descrivendo l'impossibilità della città di essere normale. Traffico, metropolitana, movimenti, strade centrali e periferie. come in tutte le grandi città del mondo. Proibizioni, punizioni (anche corporali), divieto di espatrio, obbligo di ricorrere ai falsificatori: l'incubo dei limiti alla libertà. Così i ragazzi passano dall'entusiasmo allo sconforto. E se nella parte centrale il copione si chiude alquanto su se stesso, risultando ripetitvo e poco vivace, alla fine il quadro d'insieme é vivo, veritiero, coinvolgente. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito per avviare riflessioni sui molti temi attuali che suscita (giovani, musica, Medio Oriente...).

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