I MITICI – COLPO GOBBO A MILANO *

Valutazione
Accettabile-riserve, Brillante
Tematica
Genere
Commedia
Regia
Carlo Vanzina
Durata
100'
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
I MITICI - COLPO GOBBO A MILANO
Distribuzione
Warner Bros Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Enrico Vanzina, Carlo Vanzina
Musiche
Umberto Smaila
Montaggio
Sergio Montanari

Sogg. e Scenegg.: Enrico Vanzina, Carlo Vanzina - Fotogr.: (panoramica/a colori) Luigi Kuveiller - Mus.: Umberto Smaila - Montagg.: Sergio Montanari - Dur.: 100' - Produz.: Video 80, International Dean Film

Interpreti e ruoli

Claudio Amendola (Fabio), Monica Bellucci (Deborah), Ricky Memphis (Enzo), Tony Sperandeo (Tonino), Ugo Conti (Igor), Umberto Smaila (Colombo), Pietro Ghislandi (Colnaghi), Mirella Falco, Ugo Bologna, Tony Ucci, Pier Maria Cecchini, Roberto Della Casa, Paolo Lombardi, Angela Masini

Soggetto

i giovani Fabio ed Enzo licenziati da un laboratorio televisivo di Roma e decisi a sfruttare una "soffiata" del fratello di Fabio, in carcere per una rapina fallita ad una banca, si recano a Milano dove un certo Colnaghi, tecnico di una ditta specializzata in sistemi di sicurezza, è intenzionato a vendere il codice d'accesso alla cassaforte di una delle più prestigiose gioiellerie di via Montenapoleone. I due carpito con uno stratagemma il codice architettano il colpo con la complicità di un'amica di Enzo, Deborah, e l'aiuto della padrona della pensione, la signora Motta, che ha fiutato l'affare e li ricatta, nonchè di Tonino, un suo amico esperto del sistema fognario. Scoprono però che Colnaghi, nel frattempo, ha venduto il codice a dei professionisti: spiandoli, scoprono che per oltrepassare il pavimento del caveau della gioielleria, pieno di sensori, occorrono un'altalena e delle ventose magnetiche per attaccarsi alla porta d'acciaio (per questo accettano la collaborazione di un acrobata). Per sottrarre la chiave d'accesso al signor Colombo, direttore della gioielleria, Deborah tenta di sedurlo, ma questi è gay; Fabio, allora, si finge ragazzo di vita e va a casa sua: gli sottrae la chiave, ed Enzo lo salva in extremis dalle avance dell'altro telefonandogli e spacciandosi per un suo occasionale amico, malato di AIDS. I diversi contrattempi, (tra cui la dissenteria che coglie l'acrobata e che viene sostituito da Deborah), non impediscono l'apertura della cassaforte. Per un errore tecnico di una registrazione -civetta-, la vigilanza si accorge del furto e fa scattare l'allarme: mentre Tonino e Igor, l'acrobata, si dileguano, i tre si rifugiano nel container dell'immondizia del palazzo, sul quale cadono alcuni miliardi dei quali un inquisito per tangenti, agli arresti domiciliari, ha deciso di disfarsi.

Valutazione Pastorale

questo film di Carlo Vanzina si avvale di un montaggio lineare, di alcune gag ben riuscite e di un tono generale, per fortuna, che riesce ad evitare, pur sfiorandoli, gli eccessi di volgarità e grossolanità che caratterizzano spesso la commedia all'italiana. Simpatico il trio Amendola-Memphis-Bellucci, e ben congegnata la storia, in definitiva una riappropriazione, dovuta quanto casuale, nonchè proletaria, del capitale sottratto da un corrotto al Paese. Parabola semplicistica e che suonerebbe moralmente assai discutibile, o perlomeno ambigua, se tutto il film non fosse giocato sul piano della parodia, della rapina iniziale alle esibizioni in vernacolo ternano della Bellucci, ai dolori viscerali dell'acrobata. Qualche riserva è d'obbligo.

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