I PERFETTI INNAMORATI

Valutazione
Accettabile-riserve, grossolanità
Tematica
Mass-media
Genere
Commedia
Regia
Joe Roth
Durata
102'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
America's sweethearts
Distribuzione
I.I.F.
Musiche
James Newton Howard
Montaggio
Stephen A.Rotter

Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg. e scenegg.: Billy Crystal e Peter Tolan - Fotogr.(Scope/a colori): Phedon Papamichael - Mus.: James Newton Howard - Montagg.: Stephen A.Rotter - Dur.: 102' - Produz.: Donna Roth, Billy Crystal, Susan Arnold.

Interpreti e ruoli

Catherine Zeta-Jones (Gwen), Julia Roberts (Kiki), John Cusack (Eddie), Billy Crystal (Lee Phillips), Stanley Tucci (Dave), Christopher Walken (Hal Weidmann), Hank Azaria (Hector), Alan Arkin, Seth Green .

Soggetto

Gwen e Eddie, divi del cinema hollywoodiano, sono stati per anni sposati e l'unione ha garantito credibilità e incassi alle loro interpretazioni. "Tempo al tempo", il più recente lavoro per il grande schermo, è di imminente uscita nelle sale ma nel frattempo i due si sono separati e il regista Hal si rifiuta di far vedere la pellicola ai produttori se non in presenza dei giornalisti. La situazione é difficile e per cercare di sbrogliarla viene chiamato Lee, grande esperto di pubbliche relazioni e soprattutto di capricci dei divi. Gwen si è infatuata di Hector, muscoloso ragazzo messicano; Eddie ha cercato di curare l'esaurimento nervoso in un centro new age. Lee sa che il film in realtà non é pronto, convoca i giornalisti in un albergo nel Nevada e cerca di distrarli con notizie e pettegolezzi sulla coppia. Gwen e Eddie dovrebbero vedersi a pranzo ma al posto di lei si presenta la sorella Kiki. Costei si sfoga con Eddie, gli dice che lei vuole dargli i documenti del divorzio e Eddie fa finta di buttarli via. A sorpresa Hal porta una copia del film che viene proiettata. Dopo la proiezione, Lee annuncia che Gwen e Eddie tornano insieme ma è smentitio da Eddie stesso che dice di voler stare insieme a Kiki.

Valutazione Pastorale

Si parla di cinema nel cinema, di Hollywood che ironizza su stessa e su tutto quel mondo che circonda il film prima e dopo la sua realizzazione. Gli attori, o meglio i divi tipico prodotto della macchina organizzativa hollywoodiana, si scambiano capricci e si rimbalzano ripicche come fossero colpi ora di fioretto ora di spada. Un copione che parla di cinema aggiunge finzione a finzione e forse vorrebbe aspirare ad un minimo di verità. Il regista folle fa vedere alla fine un film che squarcia il velo della realtà; gli attori interpretano personaggi che fanno gli attori e vorrebbero mantenere una identità. La trama sfocia nell'eccesso e soprattutto nell'amara constatazione che, se si ride, c'è poco da ridere perchè il cinismo è sempre in agguato e spesso passa con tranquillità sopra sentimenti e buone volontà. Operazione furbetta dunque, concepita dal cinema americano a maggior gloria di se stesso e tuttavia non del tutto inutile, perché i meccanismi interni che devono fare andare d'accordo spettacolo e business sono dichiarati apertamente e qualche utile riflessione sul ruolo dei mass media in genere possono anche suscitarla. Dal punto di vista pastorale il film è da valutare pertanto come accettabile, sia pure con riserve per qualche esagerazione verbale e visiva e per frequenti grossolanità UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, ma più opportunamente è da proporre in contesti specifici relativi all'argomento "cinema nel cinema". Attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.

Le altre valutazioni

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