IL CLUB

Valutazione
Non utilizzabile, Sconsigliato, negativo
Tematica
Male, Morte, Omosessualità, Politica-Società, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Pablo Larrain
Durata
97'
Anno di uscita
2016
Nazionalità
Cile
Titolo Originale
El Club
Distribuzione
Bolero Film
Musiche
brani di autori vari
Montaggio
Sebastian Sepulveda

Orig.: Cile (2015) - Sogg. e scenegg.: Guillermo Calderon, Daniel Villalobos, Pablo Larrain - Fotogr.(Panoramica(a colori): Sergio Armstrong - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Sebastian Sepulveda - Dur.: 97' - Produz.: Juan de Dios Larrain - 65° FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI BERLINO 2015, IN CONCORSO, ORSO D'ARGENTO GRAN PREMIO DELLA GIURIA - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.

Interpreti e ruoli

Alfredo Castro (padre Vidal), Roberto Farias (Sandokan), Antonia Zegers (suor Monica), Jaime Vadel (padre Silva), Alejandro Goic (Padre Ortega), Alejandro Sieveking (padre Ramirez), Marcelo Alonso (padre Garcia), José Soza (padre Lazcano), Francisco Reyes (psdre Alfonso)

Soggetto

In Cile, oggi. Quattro sacerdoti vivono insieme in una casa isolata in una piccola città di mare. Ad accudirli, e a sorvegliarli, come una governante, c'è Monica, una ex suora che ha il compito di mantenere l'equilibro difficile tra i quattro, ognuno dei quali ha dei gravi peccati da redimere e scontare.

Valutazione Pastorale

"Il club" parte dall'assunto che la Chiesa cattolica, oggi, è piena di esponenti collocati nel peccato, esposti alla possibilità di una guarigione e tuttavia quasi impossibili da redimere in quanto inesorabilmente condannati a ricadere nelle stesse colpe. Si comincia con un quinto uomo, destinato a fine infelice, e si prosegue con incontri tutti all'insegna di una sordida carenza di alternativa, con dialoghi che sembrano trovare grande fantasia nel suscitare scenari torbidi di fronte alla pedofilia e ai rapporti con i minori. La sceneggiatura appare solo preoccupata di mettere in evidenza il forte scollamento esistente tra la realtà dei fatti e la loro 'fantasia', come se tutto alla fine potesse ridursi ad una 'favola' di dolore e di sofferenze da collocare nell'immaginazione dei protagonisti. Perché, è vero, quegli uomini vivono ai margini, provano a non sentirsi del tutto emarginati, eppure fronteggiano pericoli e privazioni con spavalderia, assumono varie maschere, provano a non restare invischiati nella gabbia del peccato. Ma tutto si riduce a un gioco, un triste gioco perverso. Rispetto al quale c'è poco da confrontarsi. Il limite è quello della (non) adesione alla verità (e alla sua ricerca). Dal punto di vista pastorale, il film è ad valutare come sconsigliato/non utilizzabile e negativo.

Utilizzazione

L'utilizzazione è da evitare in programmazione ordinaria. Un recupero appare possibile solo per occasioni mirate, e per un pubblico adulto in grado di avviare riflessioni non occasionali sugli argomenti proposti.

Le altre valutazioni

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