IL GRANDE GATSBY

Valutazione
Consigliabile, Problematico
Tematica
Avidità, Cinema nel cinema, Denaro, Letteratura, Musica, Politica-Società, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Baz Luhrmann
Durata
142'
Anno di uscita
2013
Nazionalità
Australia, Stati Uniti
Titolo Originale
The Great Gatsby
Distribuzione
Warner Bros Pictures Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Baz Luhrmann & Craig Pearce tratto dal romanzo omonimo di Francis Scott Fitgerald
Musiche
Craig Armstrong
Montaggio
Matt Villa, Jason Ballantine, Jonathan Redmond

Orig.: Stati Uniti/Australia (2013) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Francis Scott Fitgerald - Scenegg.: Baz Luhrmann & Craig Pearce - Fotogr.(Scope/a colori): Simon Duggan - Mus.: Craig Armstrong - Montagg.: Matt Villa, Jason Ballantine, Jonathan Redmond - Dur.: 142' - Produz.: Baz Luhrmann, Catherine Martin, Douglas Wick, Lucy Fisher, Catherine Knapman - ANCHE IN 3D.

Interpreti e ruoli

Leonardo Di Caprio (Jay Gatsby), Tobey Maguire (Nick Carraway), Carey Mulligan (Daisy Buchanan), Joel Edgerton (Tom Buchanan), Isla Fischer (Myrtle Wilson), Jason Clarke (George Wilson), Elizabeth Debicki (Jordan Baker), Amitabh Bachchan (Meyer Wolfsheim), Kate Mulvany (sig.ra McKeee), Brendan Maclean (Ewing Klipspringer), Felix Williamson (Henry), Stephen James King (Nelson), Adelaide Clements (Catherine), Alison Benstead . (Anita Loos)

Soggetto

New York, primavera 1922. Aspirante scrittore ma attualmente impiegato come agente di cambio nell'iperattivismo di Wall Street, il giovane Nick Carraway ha trovato casa nel West Egg di Long Island. Suo vicino di casa è Jay Gatsby, un misterioso milionario grande organizzatore di feste. Dalla parte opposta della baia vive la cugina di Nick, Daisy, sposata con il donnaiolo di sangue blu Tom Buchanan. Ben presto Nick, invitato ad una serata dal vicino, entra nel mondo dei ricchi, dei loro diventimenti sfrenati e senza fine. Mentre cerca di saperne di più sul suo generoso amico, Nick apprende che Gatsby è da sempre invaghito di Daisy, conosciuta cinque anni prima, poi persa di vista e che ora però vuole con ardore riconquistare. Il mondo degli affari, leciti e illeciti, che alimenta la ricchezza di Jay passa quasi in secondo piano rispetto al forte sentimento che guida ogni azione di Gatsby. Quello che per lui è stato sempre facile da ottenere, ora invece diventa difficilissimo. L'ostacolo rappresentato dal marito Tom appare non superabile. Anzi, alla fine di uno scontro duro, Jay e Daisy partono sulla potente macchina di lui. C'è Daisy alla guida, quando in un incidente viene investita e muore Myrtle, moglie del meccanico George e già amante di Tom. L'uomo non sopporta l'affronto. Arriva alla villa di Gatsby e, ritenendolo colpevole, lo uccide. Nick racconta queste vicende al proprio medico, le scrive, e ora può mettere la parole fine sulla vicenda del Grande Gatsby.

Valutazione Pastorale

Il romanzo "Il grande Gatsby" è stato scritto da Francis Scott Fitgerald tra Long Island, New York e St. Raphael in Francia (a poca distanza da Cannes) tra il 1923 e il 1924, pubblicato nel 1925. Da quel momento è cominciato il successo del testo in tutto il mondo. L'ultimo esempio al cinema era quello del 1974, con Robert Refdord nel ruolo del titolo. Quasi quaranta anni dopo, il libro passa nelle mani di Baz Luhrmann, regista australiano impostosi all'attenzione internazionale con "Ballroom - Scuola di ballo" (1992), "Romeo & Giulietta" (1996), "Moulin Rouge" (2008), "Australia" (2008). Chi ha visto questi titoli ne ricorda certamente l'abbondanza della messa in scena, l'esagerazione nella costruzione di luoghi, ambienti, situazioni. E' un marchio espressivo dal quale Luhrmann non si allontana. La presenza della villa di Gatsby come luogo di divertimenti sfrenati e libertari, di eccessi incontrollabili è apparsa una ghiotta, irrinunciabile occasione. E' proprio lì infatti che la regia si produce nel meglio di una visionarietà spettacolare, e nel peggio di una meccanismo che inghiotte nell'estetismo tutte le opportunità per 'dire' qualcos'altro, di più profondo e coinvolgente. Il copione resta aderente ad un' esposizione magniloquente e sovrabbondante, supportata da una colonna sonora che contamina varie epoche (anche quella contemporanea) e insieme confonde alquanto il crearsi di una atmosfera compatta. Ne deriva un melodramma sontuoso e manierato, con poca verità e scarsa poesia. A meno che non sia proprio questa enfasi fintamente retrò e molto post moderna l'obiettivo autentico di Luhrmann, il suo modo di disegnare un universo malato, in preda ai cisnismo e privo di etica. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigiabile e nell'insieme problematico.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria come proposta di ampia spettacolarità. Certamente molta attenzione è da tenere per minori e piccoli anche in succesive occasioni, in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri strumenti tecnici.

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