IL MIO GODARD

Valutazione
Complesso, Problematico, dibattiti
Tematica
Cinema nel cinema, Donna, Matrimonio - coppia, Politica-Società, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Michel Hazanavicius
Durata
109'
Anno di uscita
2017
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Le Redoubtable
Distribuzione
Cinema di Valerio De Paolis
Soggetto e Sceneggiatura
Michel Hazanavicius tratto dalle autobiografie "Un anno cruciale" e "Un an aprés" di Anne Wiazemsky
Musiche
non accreditata
Montaggio
Anne Sophie Bion, Camille Delprat

Orig.: Francia (2017) - Sogg.: tratto dalle autobiografie "Un anno cruciale" e "Un an aprés" di Anne Wiazemsky - Scenegg.: Michel Hazanavicius - Fotogr.(Panoramica/B&N-a col): Guillaume Schiffman - Mus.: non accreditata - Montagg.: Anne Sophie Bion, Camille Delprat (aiuto montatrice) - Dur.: 109' - Produz.: Michel Hazanavicius, Florence Gastaud, Riad Sattouf - 70° FESTIVAL DI CANNES 2017 IN CONCORSO.

Interpreti e ruoli

Louis Garrell (Jean Luc Godard), Stacy Martin (Anne Wiazemsky), Berenice Bejo (Michele Rosier), Micha Lescot (Bambam), Grégory Gadebois (Cournot), Felix Kysyl . (Jean Pierre Gorin)

Soggetto

A Parigi nel 1967 Jean Luc Godard, ormai famoso cineasta, gira "La Cinese" con protagonista Anne Wiazemsky, più giovane di 20 anni e in quell'anno sua moglie. Il film è però accolto con freddezza dal pubblico francese...

Valutazione Pastorale

Nella stesura ultima del copione sono confluiti elementi tratti da due libri scritti da Anne Wiazemsky sulla storia vissuta con il regista svizzero: "Un année studieuse" e, soprattutto, "Un an après". Hazanavicius aggiunge che, contattata telefonicamente, Anne non era interessata a trarre un film dal libro, e sono dopo alcune insistenze aveva cominciato a convincersi del contrario. Nata nel 1947, esordiente al cinema nel 1966 con "Au hasard Balthazar", la Wiazemsky, icona della nouvelle vague, dopo "La cinese", interpreta altri film per Godard per Pasolini e Ferreri. Smette di recitare alla fine degli anni Ottanta, muore nell'ottobre 2017. La storia d'amore tra Godard e Wiazemsky fa da filo conduttore della vicenda, che tocca senza reticenze i momenti alti e quelli bassi di anni belli e difficili. Soprattutto per il cinema, e per Godard. La "nouvelle vague" ha difficoltà ad imporsi nei gusti di un pubblico specie giovanile messo sottosopra dagli illusori entusiasmi del '68 francese. Opportuno e proficuo appare il tentativo di ripercorre le fasi della vita del regista, stretto da successi di critica ma frequenti flop al botteghino. Bistrattato, elogiato, trattato con sufficienza, Godard resta a tutt'oggi una figura di fondamentale importanza nella storia del cinema. Questo film prova a ricostruirne qualche passaggio essenziali. Magari non riuscendo a restituirlo come meriterebbe, ma comunque riportando in primo piano le sue intuizioni linguistiche, la sua visionarietà, la sua fantasia espressiva. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in occasioni mirate come proposta d'essai e opportunità di tornare a parlare di un regista importante, attraverso la sua vita e i suoi film.

Le altre valutazioni

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