IL MIRACOLO

Valutazione
Accettabile, problematico*
Tematica
Bambini, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Psicologia, Solidarietà-Amore
Genere
Drammatico
Regia
Edoardo Winspeare
Durata
92'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
01 Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Giorgia Cecere, Pier Paolo Pirone Giorgia Cecere
Musiche
Cinzia Marzo, Donatello Pisanello
Montaggio
Luca Benedetti

Orig.: Italia (2003) - Sogg.: Giorgia Cecere - Scenegg.: Giorgia Cecere, Pier Paolo Pirone - Fotogr.(Scope/a colori): Paolo Carnera - Mus.: Cinzia Marzo, Donatello Pisanello - Montagg.: Luca Benedetti- Dur.: 92' - Produz.: Sidecar, RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Claudio D'Agostino (Tonio), Carlo Bruni (Pietro), Anna Ferruzzo (Annalisa), Stefania Casciaro (Cinzia), Angelo Gamarro (il nonno), Rosario Sambito (Sarino), Luca Cirasola (giornalista), Frank Crudele (Masi), Cosimo Cinieri (preside), Celeste Casciaro . (madre di Cinzia)

Soggetto

A Taranto Tonio, 12 anni, un giorno viene investito da una macchina. Cinzia, la ragazza al volante, scende, lo vede in terra e scappa spaventata senza prestargli soccorso. In ospedale durante la notte Tonio si risveglia dal coma, cammina, entra in un'altra stanza, vede un uomo il cui elettrocardiogramma lascia poche speranze. Gli si avvicina, lo tocca, il cuore del malato riprende a battere. Nei giorni successivi Tonio dice ai genitori di aver avvertito come una strana luce dentro di sé, difficile da spiegare. Cinzia (che ha cercato di andarlo a visitare in ospedale) é una ragazza dal carattere difficile: lavora in un bar per mantenersi, vive da un 'amica che però la caccia dopo l'ennesima lite, é costretta a tornare dalla madre, separata dal marito e tornata in città dopo essere stata a sua volta lasciata da uno spasimante. La madre cerca di recuperare il rapporto con la figlia, ma la ragazza non riesce ad ascoltarla. La notizia della 'guarigione' ben presto si diffonde, seguita da quella della buona salute riacquistata da parte del nonno malato di un amichetto di Tonio. A questo punto un giornalista locale avanza ai genitori la richiesta di un'intervista da realizzare per RAI2. Pietro, il padre, in un momento di difficoltà economiche, accetta dietro un compenso. Intanto Tonio, dopo aver detto di non riconoscere Cinzia in un gruppo di persone arrestate per l'incidente, la cerca e fa con lei qualche passeggiata sul mare. Cinzia ha lasciato il lavoro, ha rubato dei soldi, é sola e disperata. Quando arriva il giorno dell'intervista, i genitori di Tonio litigano, e tutto viene annullato. Cinzia torna a casa e la mamma le dice che il suo amico è tornato e che lei riparte con lui per il nord. Poco distante il nonno del coetaneo di Tonio ha una ricaduta e muore. Ora, placati finalmente i clamori, Tonio vuole vedere ancora una volta Cinzia. Raggiunge il palazzo, entra nell'appartamento al buio. In un angolo Cinzia, piangente, sta per avvicinarsi al gas. Tonio la guarda e lei si ferma.

Valutazione Pastorale

Edoardo Winspeare, nato a Klagenfurt nel 1965, vive da sempre nel Salento, dove ha girato i suoi due primi LM, "Pizzicata" (1996), "Sangue vivo" (2000). Regista atipico e introverso, sembra giusto dargli la parola quando dice: "Io penso ai registi che amo come a poeti di immagini che si nutrono delle profondità dell'anima, perchè sono capaci di riconoscerle, e che hanno eletto come compagna della creazione, come scandaglio emotivo, la narrazione cinematografica... Dopo un anno di lavoro...scontri, ansie intellettuali, paure del cattivo gusto, decisioni (coraggiose?), ripensamenti e geniali sciocchezze, posso dire con felicità: 'questo è il mio film', una storia che racconta l'unico vero prodigio concesso all'uomo che è quello dell'Amore... il film è quasi per intero girato a Taranto. Questa città possiede la luce più struggente d'Italia ed è della Luce che parla la nostra storia...Ho voluto una storia di forte realismo affinché l'emozione di un mistero 'normale' arrivasse quotidiana come la potenza dell'amore...". La citazione è utile per accostarsi ad un film insolito e anomalo nel panorama italiano, forse in qualche modo preceduto dal recente "Io non ho paura" di Gabriele Salvatores. Ma lì eravamo negli anni '70 e qui invece siamo in pieno nell'Italia di oggi, un Paese che sembra aver rinnegato il passato e non sa costruire il futuro. Un'Italia non più contadina e maldestramente industrializzata, un'Italia pigra che ha perso per strada valori e riferimenti e magari li incontra di nuovo ma non sa più riconoscerli. E allora Tonio, un bambino, la speranza: Tonio addolorato che dice al padre: 'Sento che tu e mamma state per separarvi', e riunisce la famiglia, quella che Cinzia non ha e che le sta facendo rinnegare la vita. "Il miracolo" non ha la compattezza espressiva del titolo prima citato di Salvatores. Ma è, forse, solo una questione di esperienza e di maturità ancora da acquisire. E' un film imperfetto ma coraggioso e pungente: arriva, tocca il cuore, lascia il segno. Dal punto di vista pastorale, è da valutare come positivo, accettabile e nell'insieme problematico. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare in molte circostanze come ritratto vivo e toccante dell'Italia all'inizio del terzo millennio.

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