Il patto del silenzio. Playground

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Bambini, Bullismo, Educazione, Emarginazione, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Scuola, Solidarietà, Violenza
Genere
Drammatico
Regia
Laura Wandel
Durata
89'
Anno di uscita
2023
Nazionalità
Belgio
Titolo Originale
Un monde
Distribuzione
Wanted Cinema
Soggetto e Sceneggiatura
Laura Wandel
Fotografia
Frédéric Noirhomme
Montaggio
Nicolas Rumpl
Produzione
Dragons Films

Candidato come rappresentante del Belgio agli Academy Awards 2023

Interpreti e ruoli

Maya Vanderbeque (Nora), Gunter Duret (Abel), Karim Leklou (Il padre), Laura Verlinden (Agnes, l'insegnante), Lena Girard Voss (Clémence), Thao Maerten (David), Simon Caudry (Antoine), Laurent Capelluto (Il padre di Antoine)

Soggetto

Primo giorno di scuola per Nora. La piccola frequenta lo stesso istituto del fratello maggiore, Abel. Quando, per caso, assiste a un atto di bullismo la cui vittima è proprio il fratello, la bambina cerca di attirare l’attenzione del padre e degli insegnanti: ma proprio Abel le chiede di tacere per non subire ritorsioni ancora più pesanti.

Valutazione Pastorale

Scritto e diretto da Laura Wandel, belga, classe 1984, al suo primo lungometraggio, “Il patto del silenzio. Playground”, è un film di denuncia sociale sul fenomeno del bullismo. La storia. Primo giorno di scuola per Nora. La piccola frequenta lo stesso istituto del fratello maggiore, Abel. Quando, per caso, assistente a un atto di bullismo proprio nei confronti del fratello, la bambina cerca di attirare l’attenzione degli insegnanti e del padre perché si rendano conto di cosa sta accadendo. Ma Abel le chiede di tacere, perché ha paura di subire ritorsioni ancora più pesanti. Nora soffre moltissimo la situazione, anche perché gli episodi di violenza si moltiplicano. La bambina si chiude sempre più in sé stessa e, quando la situazione viene alla luce, Nora, emarginata dalle sue compagne, finisce per allontanarsi dal fratello, in un certo senso quasi a “rinnegarlo”. Qualche tempo dopo scopre che Abel è diventato a sua volta un bullo che ha preso di mira un altro ragazzino sul quale si accanisce con insospettata violenza. Sarà proprio Nora, abbracciandolo forte, in un legame ritrovato, a fermarlo a un passo dal compiere un gesto irreparabile. La cronaca, pressoché quotidianamente, ci mette di fronte ad episodi di violenza gratuita, sopraffazione e umiliazione nelle scuole, nelle palestre, nei centri ricreativi, nei più vari ambienti di vita. Per non parlare del cosiddetto Cyberbullismo. E l’età delle vittime, e dei persecutori, scende sempre di più. Questo film è un faro acceso. Girato tutto ad altezza di bambino, (quindi dal suo punto di vista) e sostenuto da due interpreti eccezionali – Maya Vanderbeque nel ruolo di Nora e Günter Duret in quello di Abel - “Il patto del silenzio. Playground” si rivolge in modo particolare agli adulti e li richiama alla responsabilità: genitori, educatori dove siete? Perché non capite? Perché non intervenite? Certo, il film sembra abbracciare totalmente la tesi per cui una vittima di bullismo è “destinato” a diventare a sua volta un carnefice. La violenza subita, in vero, può generare comportamenti violenti verso gli altri, ma anche atti di autolesionismo, chiusura oppure regressione. Il legame tra fratello e sorella (e il riscoprirci “Fratelli tutti”) può essere l’unico antidoto all’odio, l’unica salvezza. “Il patto del silenzio. Playground” è consigliabile, problematico, adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte altre occasioni di dibattiti anche in contesti scolastici, educativi e comunitari. In presenza di bambini e preadolescenti è bene prevedere l’accompagnamento di adulti ed educatori.

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