IL POPOLO MIGRATORE

Valutazione
Raccomandabile, poetico***
Tematica
Animali, Ecologia
Genere
Documentario
Regia
Jacques Perrin
Durata
89'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Le peuple migrateur
Distribuzione
Lucky Red
Musiche
Bruno Coulais
Montaggio
Marie

Orig.: Francia (2002) - Sogg. e scenegg.: da un'idea di Jacques Perrin - Fotogr.(Panoramica/a colori): Bernard Latic - Mus.: Bruno Coulais - Montagg.: Marie-Joseph Yoyotte - Dur.: 89' - Produz.: Jacques Perrin.

Soggetto

Le immagini seguono i percorsi migratori di gruppi di volatili attraverso il pianeta Terra. Sono percorsi che variano da 1000 a 10.000 chilometri e che gli uccelli compiono in branco quando il ciclo naturale delle stagione impone loro di cambiare clima per trovare le condizioni migliori dove depositare le uova e far nascere i piccoli. Attraverso zone che svariano dalla foresta boreale alla savana africana, dall'estremo oriente alla tundra siberiana, ecco alcune delle specie di cui seguiamo i difficili percorsi: oca selvatica, gru, cicogna bianca, oca dalla faccia bianca, cigno selvatico, oca dalla testa striata, gru del Giappone, aquila dalla testa bianca, oca del Canada, trampoliere, pellicano, albatros, pinguino crestato. Dal caldo al freddo, dalle bufere di sabbia alle tempeste di neve, gli uccelli volano lungo i sentieri dettati loro dall'istinto, avendo come riferimento la luna e le stelle. Ogni tanto entrano in contatto con un essere umano: un'anziana donna, un bambino, una zona di caccia dove molti esemplari vengono abbattuti.

Valutazione Pastorale

Quattro anni di lavoro, la collaborazione con istituti scientifici di tutto il mondo, l'aiuto di specialisti in riprese aeree: l'impresa alla quale si è accinto Jacques Perrin (produttore negli anni passati di "Microcosmos" e di "Himalaya") presentava non poche difficoltà, ma i risultati premiano la sua fatica e la costanza nell'aver portato a termine l'impresa. Il documentario ha infatti due meriti, soprattutto. Il primo, quello di riuscire ad arrivare ad una suggestiva fusione tra riprese dal vero (documentazione, appunto) e la loro trasfigurazione evocativa all'interno dell'universo della natura: Perrin si concentra sui volatili ma non dimentica di dirci che il loro muoversi tra terra e cielo rinvia all'eterno sogno dell'uomo di levarsi nell'aria, di andare verso l'alto, scandendo i tocchi del sogno, dell'utopia, del Mistero. Il secondo merito è quello di evitare le trappole del facile entusiasmo di fronte all'idea del puro istinto e della 'libertà' che governa le azioni dei protagonisti: il viaggio mette a contatto con le meraviglie del mondo naturale ma comunica anche il senso della fatica, del dolore, delle avversità. Il cammino di ciascun essere vivente sotto il cielo non può fare a meno di confrontarsi con pericoli e difficoltà. Sorretto da un appropriato commento musicale, che accompagna con delicate tonalità i suoni e le voci di ogni specie, il film é piacevole e commovente, occasione al tempo stesso di conoscenza e di riflessione, anche su aspetti più seriamente spirituali. Per questi motivi, dal punto di vista pastorale, è da valutare come raccomandabile, e nell'insieme poetico. UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre in molte occasioni, anche in sede scolastica ed educativa per bambini e ragazzi.

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