Orig.: Italia (2008) - Sogg.: Giampaolo Pansa, Massimo Sebastiani, Dardano Sacchetti tratto dal libro omonimo di Giampaolo Pansa - Scenegg.: Massimo Sebastiani, Dardano Sacchetti - Fotogr.(Scope/a colori): Gianni Mammolotti - Mus.: Carlo Siliotto - Montagg.: Anna Napoli - Dur.: 108' - Produz.: Alessandro Fracassi per Media One spa in collaborazione con RAI Fiction.
Interpreti e ruoli
Michele Placido (Francesco Dogliani), Barbora Bobulova (Anna Spada/Costantina), Alina Nedelea (Lucia Dogliani), Valerio Binasco (Nello Foresi), Massimo Poggio (Vincenzo Nardi), Stefano Dionisi (Kurt), Ana Caterina Moriaru (Elisa), Alessandro Preziosi (Ettore Dogliani), Luigi Maria Burruano (Mario Vagagini), Daniela Giordano (Maria Rossini), Raffaele Vannoli (Petrucci), Giovanna Ralli (Giulia Dogliani), Philippe Leroy (Umberto Dogliani), Vincenzo Crivello (Caronte), Teresa Dossena . (Elisa bambina)
Soggetto
Attraverso un lungo flashback vengono ripercorse le vicende di una famiglia lacerata dalle divisione politiche sul finire della seconda guerra mondiale: un figlio aggregato alle brigate partigiane e una figlia entrata a far parte della milizia della repubblica di Salò. Una dura contrapposizione sullo sfondo di un omicidio da dipanare nel quale si intrecciano misteri e politica.
Valutazione Pastorale
Tutto nasce, come si sa, dal libro omonimo di Giampaolo Pansa, un testo che si affianca agli altri ('I figli dell'aquila', 'I nostri giorni proibiti', 'Tre inverni di paura') nei quali il giornalista piemontese ha voluto cominciare a raccontare quella parte mai detta di ciò che è successo in Italia tra il 1943 e il 1948. In quel periodo quelli che erano usciti dalla guerra mondiale come 'vincitori' si resero responsabili di una serie di esecrabili azioni nei confronti dei 'vinti' che però la storiografia ufficiale del nostro Paese ha sempre colpevolmente taciuto. Mettere i fatti, tutti i fatti, a disposizione non solo degli storici ma anche dei giovani per avere gli elementi utili a farsi un'idea personale e motivata é dovere minimo per ogni Nazione che non abbia paura di nascondere qualcosa. Forse il film, risultato di una gestazione laboriosa e lunga, concepito anche per una versione televisiva, non può dirsi riuscitissimo sotto il profilo drammaturgico: un po' troppo turgido e sovraesposto, avrebbe richiesto maggiore asciuttezza e distacco. Ma i meriti rimangono, perche era un film che andava fatto per ricominciare a discutere di quegli anni in modo più corretto. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come consigliabile, realistico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come avvio ad un discussione il più aperta e serena possibile sui fatti amari e dolorosi di quegli anni.