IL SIGNORE DEGLI ANELLI-La compagnia dell’anello

Valutazione
Accettabile, problematico**
Tematica
Adolescenza, Amicizia, Letteratura, Male, Tematiche religiose
Genere
Fantastico/Allegorico
Regia
Peter Jackson
Durata
178'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Nuova Zelanda, Stati Uniti
Titolo Originale
The lord of the rings:the fellowship of the ring
Distribuzione
Medusa Film
Soggetto e Sceneggiatura
Fran Walsh, Philippa Boyens, Peter Jackson basato sul libro di J.R.R.Tolkien
Musiche
Howard Shore
Montaggio
John Gilbert

Orig.: Stati Uniti/Nuova Zelanda (2001) - Sogg.: basato sul libro di J.R.R.Tolkien - Scenegg.: Fran Walsh, Philippa Boyens, Peter Jackson - Fotogr.(Scope/a colori): Andrew Lesnie - Mus.: Howard Shore - Montagg.: John Gilbert - Dur.: 178' - Produz.: Barrie M.Osborne, Peter Jackson, Fran Walsh, Tim Sanders.

Interpreti e ruoli

Elijah Wood (Frodo Baggins/Hobbit), Ian Mckellen (Gandalf/Mago), Viggo Mortensen (Aragorn/Umano), Sean Astin (Samwise Gamgee/Hobbit), Liv Tyler (Arwen/Elfo), Billy Boyd (Pippin Peregrin Took/Hobbit), Dominic Monaghan (Merry Meriadoc Brandybuck/Hobbit), Ian Holm (Bilbo Baggins/Hobbit), Orlando Bloom (Legolas/Elf), Christopher Lee (Saruman/Mago), Cate Blanchett (Galadriel/Elfo), Sean Bean (Boromir/Umano)

Soggetto

Tutto ebbe inizio con la forgiatura degli anelli, nei quali era sigillata la forza. Ne venne però creato uno in più, l'Anello Assoluto, che andò smarrito nei secoli. Passano 2500 anni. Siamo nella Contea, e nel giorno del suo compleanno, tra canti, balli e fuochi d'artificio, Bilbo Baggins, un hobbit anziano e stanco, annuncia di voler partire. Prima di andare via, riceve nella sua piccola e ordinata casa il nipote Frodo Baggins, un hobbit giovane e timido. A lui lascia in eredità l'Anello, divenuto strumento di potere incontrastato che potrebbe permettere a Sauron, l'oscuro Signore di Mordor, di governare la Terra di Mezzo e di rendere schiave le sue genti. Frodo ora sa che la sua missione è quella di portare l'Anello, attraverso la Terra di Mezzo, fino al Cratere di Doom, dove è stato forgiato all'inizio, e qui distruggerlo per sempre. Quando si vede in pericolo, Frodo infila l'Anello e scompare, ma così rischia di subirne le malefiche attrattive. Ferito, Frodo viene soccorso dall'elfo Arwen. Si sveglia poi nella località del Gran Burrone, e qui, quando capisce che deve rimettersi in marcia, altri otto si uniscono a lui: Gandalf il saggio; i leali amici Sam, Merry, Pippin; i coraggiosi Aragorn e Boromir; il capace Legolas; il forte Gimli. Così composta, la Compagnia riprende il viaggio. Eccoli nel regno dei nani, che è una tomba. Eccoli nei territori governati dal Signore Oscuro, dove questi sta radunando il proprio esercito di Orchetti. Ecco il demone del mondo antico, che fa fuggire tutti e trascina Gandalf nell'abisso. Entrano poi nel Reame della Dama dei boschi, la quale fa guardare Frodo nello specchio d'acqua. Frodo vorrebbe darle l'Anello, ma la battaglia con i mostri si riaccende. Boromir e Aragorn sono colpiti. Boromir dice che il mondo degli uomini cadrà. Aragorn lo rincuora ma poco dopo l'amico muore. La Compagnia ha accusato forti perdite. Frodo sta per andare avanti da solo, ma Sam lo raggiunge di corsa. Arrivano in vista di Mordor, e Frodo, rivolto a Sam, gli dice: "Sono contento che tu sia con me".

Valutazione Pastorale

John Ronald Reuen Tolkien, nato in Sud Africa nel 1892 e morto a Bournemouth in Gran Bretagna nel 1973, ha lavorato per quattordici anni, prima di pubblicare nel 1954 i primi due capitoli de "Il Signore degli Anelli" (ossia 'La Compagnia dell'anello' e 'Le due Torri') e l'anno successivo (1955) il capitolo finale 'Il ritorno del Re). In precedenza, nel 1936, aveva pubblicato "Lo Hobbit", favola concepita per il fine giornata dei tre figli. Filologo acuto e insigne (docente per venti anni a Oxford), Tolkien ha riversato nei libri una profonda passione per le saghe celtiche, germaniche e più ampiamente nordeuropee. Esperto cartografo, ha organizzato la narrazione all'interno di una vera e propria dimensione geografica, con luoghi, località, indirizzi. Impresa quasi impossibile quella di tradurre in immagini un'opera così ponderosa. Peter Jackson, neozelandese bizzarro e incosciente, ha accettato la sfida e ha già realizzato i tre film, dei quali questo è il primo appuntamento. E' normale che l'approccio si divida in due schiere nette. Chi ha letto i libri (ed è rimasto legato all'universo tolkeniano) giudicherà in un modo, forse avendo qualcosa da eccepire sul succedersi dei fatti, abbastanza manipolati. Chi incontra i personaggi per la prima volta, giudicherà in un altro. Certo la materia é tanta, corposa, dilatata, diluita tra misteri, richiami, simboli. Quello del giovane Frodo può essere visto come un viaggio iniziatico alla conquista del significato del proprio crescere nella vita futura: un viaggio che passa attraverso la tentazione, lo scontro con gli angeli ribelli, la visione della morte, il recupero della luce.Se è lecito dunque evidenziare la presenza di alcuni rimandi ad un cristianesimo cui Tolkien non era estraneo, certo la nota dominante del fluviale racconto é quella di mantenere costante un'atmosfera che sa di panteismo mitologico germanico, che costruisce umori, atteggiamenti, azioni tipici del repertorio delle leggende e delle saghe nordiche. Interpretare singolarmente ogni personaggi, ogni azione, ogni luogo diventa un gioco che da quasi cinquant'anni appassiona prima i lettori e ora i consumatori di immagini. Una delle ultime frasi di Frodo è: "Vorrei che non fosse accaduto nulla. Possiamo solo decidere cosa fare del tempo che ci viene concesso". Dal punto di vista pastorale, fatte salve interpretazioni più minuziose ma non sempre pertinenti, il film è da valutare come accettabile, nel suo proporsi comunque come recupero a pieno titolo di un mondo fantastico che diventa ricchezza e stimolo a capire meglio i valori della vita. Problematico é lo sviluppo della trama, che può non essere di immediata comprensione. UTILIZZAZIONE: nell'ottica di un prodotto altamente spettacolare d'avventura, il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. Non sembra adatto ai più piccoli, ma a giovani dall'adolescenza in su.

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