IL TESTIMONE DELLO SPOSO

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti**
Tematica
Famiglia, Matrimonio - coppia
Genere
Commedia
Regia
Pupi Avati
Durata
99'
Anno di uscita
1998
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
IL TESTIMONE DELLO SPOSO
Distribuzione
Filmauro
Soggetto e Sceneggiatura
Pupi AvatiPupi Avati
Musiche
Riz Ortolani
Montaggio
Amedeo Salfa

Sogg e Scenegg.: Pupi Avati -Fotogr.: (Panoramica/a colori) Pasquale Rachini - Mus.: Riz Ortolani -Montagg.: Amedeo Salfa - Dur.: 99' - Produz.: Duea Film, Filmauro

Interpreti e ruoli

Diego Abatantuono (Angelo Beliossi), Inès Sastre (Francesca Babini), Dario Cantarelli (Edgardo Osti), Valeria D’Obici (Olimpia Campeg-gi- Babini), Toni Santagata (Manlio Lobianco), Cinzia Mascoli (Peppina Campeggi), Ninì Salerno (Sauro Ghinassi), Mario Erpichini, Ugo Conti, Anna Maria Serra Zanetti, Saverio Laganà, Luca Cassol.

Soggetto

Il 31 dicembre 1899, Angelo Beliossi, dopo aver passato quindici anni in America, ha fatto ritorno nel piccolo paese natale in Emilia, carico, dicono tutti, di una ingente fortuna. Edgardo, il figlio del suo ex datore di lavoro, forse nell’intento di catturarne il favore, lo sceglie come testimone delle sue imminenti nozze. Così, anche in questa sua inattesa veste, Angelo ha l’opportunità di incontrare tutti i vecchi amici del paese e di essere coin-volto nei frenetici preparativi del matrimonio. Arriva il momento in cui viene presentato a Francesca, la sposa. Mentre si stringono la mano, lei ha un momento di leggera crisi, che sembra passeggera. Nella grande casa, intanto, tra i parenti di lui e di lei, la confusione è tanta e l’ansia cresce. Si preparano le damigelle, i chierichetti, le stanze per gli sposi, vengono presentati i regali, Angelo mostra alcune fotografie che lo ritraggono in America. Ma il males-sere di Francesca invece di diminuire, aumenta. Costretta al matrimonio da una serie di condizionamenti familiari, capisce di non essere felice, si sente attratta da Angelo e vede in lui l’unica possibile salvezza. Arriva il giorno fissato e, all’altare, Francesca scappa, il matrimonio non si fa più. Anni dopo, Angelo torna al paese, dove Francesca insegna, si vedono e si abbrac-ciano felici.

Valutazione Pastorale

Il film è ambientato alla fine del 1800 con l’inten-zione di gettare un’occhio sulla “nostra” fine secolo (e millennio). Molti dia-loghi sono delle premesse, (o intuizioni o speranze o timori) di ciò che poi avrebbe caraterizzato il secolo incipiente: i matrimoni combinati a forza diluiti a poco a poco in una presa di coscienza individuale della donna (e Francesca sembra già parlare un po’ troppo da ‘femminista’), la pace sopraf-fatta da due guerre mondiali, le difficoltà di trovare lavoro e quelle della famiglia come valore e nucleo di coesione sociale. La storia ha senz’altro radici profonde nella religiosità emiliana (di cui Pupi Avati è sensibile inter-prete) ma gioca un po’ sull’artificio, si lascia andare al calligrafismo, rimane in bilico tra sentimenti tradizionali e voglia di nuovo, prosegue, dopo il man-cato matrimonio, con un finale che sa di consolatorio e posticcio. Il passag-gio da un secolo all’altro diventa leggermente statico, poco graffiante e nella storia, forse condizionata dalla recitazione sempre sottotono di Diego Aba-tantuono, non scatta il fuoco della autentica passione. Senza riuscire a tocca-re livelli di vera intensità, il film è comunque permeato dall’intenso umanesi-mo di Pupi Avati, da quella sua attenzione per la dignità e il rispetto dovuti ad ogni individuo e in ogni momento della Storia. Dal punto di vista pastora-le, è quindi da valutare positivamente, da segnalare come problematico e da suggerire per dibattiti. Utilizzazione Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in atri contesti come supporto per tante e importanti riflessioni: la famiglia, il matrimonio, la civiltà contadina, l’Italia di cento anni fa e il confronto con quella di oggi.

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