
Sogg. e Scenegg.: Stefano Incerti, Gianni Molino - Fotogr.: (panoramica/a colori) Pasquale Mari - Mus.: Peter Gordon, John Martyn - Montagg.: Jacopo Quadri - Dur.: 90' - Produz.: Nutrimenti Terrestri Teatri Uniti - Vietato ai minori degli anni quattordici
Interpreti e ruoli
Antonino Iuorio (Crescenzio), Roberto De Francesco (Beniamino), Eloide Treccani (Giuliana), Renato Carpentieri (Il padrone del laboratorio), Teresa Sanonangelo (Valeria), Franco Angrisano, Carmen Scivittaro, Antonio Pennarella, Enzo Moscato, Carlo Cerciello
Soggetto
Crescenzio, trentatreenne grasso e impacciato, verificatore per l'azienda napoletana del gas, incontra durante le sue visite un campionario di varia umanità. Ama in silenzio Giuliana, una giovane che viene dalla provincia e lavora in un laboratorio elettronico con Beniamino, fratello intraprendente di Crescenzio e fidanzato con Valeria. Il padrone del laboratorio, che mostra interesse verso Giuliana, la quale però si schermisce come può, vuole organizzare una truffa servendosi delle capacità tecniche di Beniamino. I reiterati tentativi del padrone indispettiscono la giovane, ed un approccio più esplicito ed offensivo la mette in crisi: incontrato Beniamino, si sfoga con lui. Il giovane la consola, e Valeria scambia l'abbraccio amichevole tra i due per qualcosa di più intimo. Poco dopo Beniamino tenta di sedurre Giuliana che, ancora vergine, lo respinge. Valeria successivamente accusa Beniamino davanti a Crescenzio il quale, geloso, prima litiga col fratello e poi chiede chiarimento a Giuliana, la quale però gli dice di provare per lui solo amicizia. Intanto il padrone stupra la giovane sul lavoro e lei, disperata, decide di lasciare Napoli. Nel frattempo Beniamino ha portato a termine un furto elettronico di codici segreti di bancomat e va a vantarsi col capo il quale lo elogia e gli chiede di far venire Valeria in ufficio al posto di Giuliana, naturalmente tacendo della sua laida impresa. Crescenzio comprata una pistola da un amico giunge nella casa del padrone del laboratorio e lo affronta intenzionato a sparagli: poi sembra rinunciare al delitto, convinto dalle frasi melliflue di lui. Un accenno indecoroso a Giuliana fa adirare Crescenzio che, dopo averlo stordito col calcio dell'arma, apre i rubinetti del gas: nella successiva deflagrazione dell'edificio muore anche Beniamino che nel frattempo, ad insaputa di Crescenzio, era entrato nel palazzo.
Valutazione Pastorale
personaggi più squallidi e negativi di quelli rappresentati è difficile trovarne, così come una situazione generale di disagio esistenziale, di assenza di qualsiasi calore umano e sociale, di abdicazione da una solidarietà di base che anche la Napoli odierna sa esprimere a vari livelli, ma di cui certi registi non vogliono evidentemente accorgersi. La vicenda è l'ennesima rassegna minimalista di una galleria di figure di una Napoli che più bieca, laida e desolante non si può immaginare. Il film richiama il clima delle tradizionali "sceneggiate", utilizzando un montaggio rozzo e spesso sgangherato, con dialoghi di frequente poco comprensibili. A parte Renato Carpentieri, ottimo caratterista da sempre e Roberto De Francesco, un Beniamino convincente, tutti gli altri recitano "a braccio", a cominciare dal protagonista, che oltre al fisico richiesto non produce nulla di più che una presenza inespressiva ed inerte, che si vorrebbe forse camuffare da scelta registica. L'impressione generale è solo quella di un totale squallore.