Illusioni perdute

Valutazione
Complesso, Problematico
Tematica
Amore-Sentimenti, Denaro, Letteratura, Mass-media, Politica-Società, Potere
Genere
Drammatico
Regia
Xavier Giannoli
Durata
144'
Anno di uscita
2021
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Illusions perdues
Distribuzione
I wonder pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Jacques Fieschi, Xavier Giannoli
Fotografia
Christophe Beaucarne
Montaggio
Riwanon Le Beller, Cyril Nakache
Produzione
Canal+, Ciné+, Curiosa Films, France 3 Cinéma, Gaumont

Dall'omonimo romanzo di Honoré de Balzac

Interpreti e ruoli

Benjamin Voisin (Lucien), Cécile de France (Louise), Vincent Lacoste (Etienne Lousteau), Xavier Dolan (Nathan), Salomé Dewaels (Coralie), Jeanne Balibar (Marquise d’Espard), Gerard Depardieu (Dauriat), Jean-François Stevenin (Singali)

Soggetto

Francia, XIX secolo. Lucien è un giovane poeta di provincia innamorato della sua mecenate. Grazie a lei arriva a Parigi in cerca di gloria e riscatto come scrittore. La Capitale, però, non è così accogliente come immagina, soprattutto l’ambiente intellettuale o politico cui aspira. Ben presto Lucien sarà chiamato a fare i conti con le proprie ambizioni e ingenuità…

Valutazione Pastorale

lasse 1972, il regista parigino Xavier Giannoli con quasi una decina di lungometraggi all’attivo e alcuni titoli di richiamo come “Marguerite” (2015) e il più recente “L’apparizione” (2019), con le “Illusioni perdute” (“Illusions perdues”) ha partecipato in concorso alla 78a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia. Il film è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Honoré de Balzac ambientato nella Francia del XIX secolo. Protagonista è Lucien (Benjamin Voisin) un giovane poeta di provincia innamorato della sua mecenate (Cécile de France), che decide di seguire alla volta di Parigi per trovare fortuna come scrittore. L’impatto con la città è però destabilizzante. Ritrovandosi solo, il giovane inizia a frequentare la redazione di un giornale liberale che gli permette rapidamente di inserirsi nell’ambiente intellettuale e della politica del tempo. La facile gloria però richiede un prezzo molto caro, soprattutto se si possiede una purezza verso l’arte e la bellezza… Accolto con applausi alla proiezione della stampa di Venezia78, il film “Illusioni perdute” di Giannoli si è subito fatto notare tra i titoli più interessanti della gara. Si tratta infatti di un’opera riuscita, di grande raffinatezza visiva; il regista ha saputo costruire un racconto storico dagli echi letterari che ricorda per bellezza e complessità tematica “J’accuse” (2019) di Roman Polanski. Come in quel caso, dove si raccontava lo scandalo Dreyfus e i riverberi sulla salute dell’informazione nella società, in “Illusioni perdute” viene messo a tema il ruolo del giornalismo, la deontologia professionale e le seducenti sirene esercitate da potere, denaro e politica. Al di là della precisione interpretativa di Benjamin Voisin, Cécile de France o Xavier Dolan, a convincere più di tutti è proprio la regia e la scrittura di Giannoli, così puntuale, calibrata e raffinata nell’annodare i fili con il presente. A ben vedere, il ritratto che emerge dalla potente e meticolosa ricostruzione di Balzac è quello di una società in pieno fermento, avviata verso un’inesorabile decadenza, soprattutto a causa di ricchezza e corruzione dilaganti. Xavier Giannoli, ben consapevole di queste leve del racconto, ha composto un’opera di grande respiro che parte da ieri e giunge sino a noi. È sintomatico che il protagonista Lucien cominci con le migliori intenzioni, il fuoco ardente della poesia e della scrittura, per poi restare impelagato nei giochi sporchi del mondo dell’editoria e della politica del tempo. Nell’insieme, “Illusioni perdute” è un film elegante, dolente e di forte drammaticità, che dal punto di vista pastorale è complesso, problematico segnato da raccordi poetici.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e per dibattiti.

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