IN FUGA COL MALLOPPO

Valutazione
Inconsistente, banalità
Tematica
Famiglia - genitori figli, Politica-Società
Genere
Farsesco
Regia
Yves Simoneau
Durata
Anno di uscita
1999
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Free money
Distribuzione
Medusa Film
Musiche
Mark Isham
Montaggio
Yves Langlois

Orig.: Stati Uniti (1998) - Sogg. e scenegg.: Anthony Peck e Joseph Brutsman - Fotogr. (Panoramica/ a colori): David Franco - Mus.: Mark Isham - Montagg.: Yves Langlois - Dur: 95' - Produz.: Nicolas Clermont.

Interpreti e ruoli

Marlon Brando (lo svedese), Charlie Sheen (Bud), Mira Sorvino (Karen Polarski), Donald Southerland (Rolf Rousenberger), Thomas Haden Church (Larry), David Arquette (Ned Juber), Christin Watson (Inga), Holly Watson (Liv), Martin Sheen (nuovo direttore del carcere)

Soggetto

Lo svedese, tipo strano dai modi decisi e violenti, è direttore del carcere in una cittadina di provincia. Quando Inge e Liv, le due figlie, gli dicono di essere incinta, l'uomo obbliga Larry e Bud, i due malcapitati, a far seguire subito il matrimonio. Larry e Bud lavorano alle dipendenze dello svedese, ma Bud ha un piano per rapinare i soldi su un treno con assoluta facilità. L'azione va a buon fine, ma lo svedese ha sospetti su Bud, che infatti poco dopo viene arrestato e condannato a 20 anni. In carcere Bud progetta un nuovo piano, intorno al quale, dopo molta fatica, riesce a coinvolgere ancora Larry. Bud riesce ad evadere e lui e Larry fuggono sul furgone dello svedese. Costui però li insegue, li raggiunge, cerca di farsi giustizia. Sul posto arriva all'improvviso Karen, un'agente FBI arrivata in paese per indagare sul carcere, e spara allo svedese. Bud e Larry nella confusione scappano. Un mese dopo, lo svedese é in carcere, arrestato, mentre arriva il nuovo direttore. Ai Caraibi Bud e Larry festeggiano la loro libertà, ma arriva Juanita, una bellezza locale, con una gemella e il padre che é uguale a Brando.

Valutazione Pastorale

Si tratta di una commedia dai toni chiaramente farseschi (azione, personaggi, psicologie: tutto é esagerato e fuori limite) che però dimostra di avere poche idee valide, e di queste poche ancora meno sono quelle che inducono alla risata o qualche piacevole momento narrativo. La vera curiosità del film doveva essere rappresentata dalla presenza di Marlon Brando nel ruolo dello svedese. Ma è una presenza che a lungo andare diventa imbarazzante: il divo, o ex divo, é l'ombra di stesso, ingrassato e distratto, per niente convinto dalla storia in cui sembra si trovi per sbaglio, o perché costretto da motivi per lui più seri (il cachet). Per il resto sembra che sequenze di film differenti siano state appiccicate insieme per comporre un guazzabuglio senza fine. Tirare fuori qualcosa di serio da questi esiti è del tutto improponibile. Dal punto di vista pastorale, sembra più corretto valutare il film come inconsistente: per chiarirne l'assoluta banalità e la mancanza di qualunque appiglio per altri tipi di giudizio. UTILIZZAZIONE: il film cadrebbe subito tra i dimenticati, se non fosse appunto per la presenza di Marlon Brando. Così potrà essere recuperato solo in occasioni di rassegne dedicate a questo attore, che resta comunque grande e importante.

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