IO SONO L’AMORE

Valutazione
Complesso, scabrosità
Tematica
Famiglia, Lavoro, Potere, Sessualità
Genere
Drammatico
Regia
Luca Guadagnino
Durata
120'
Anno di uscita
2010
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
Io sono l'amore
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Barbara Alberti, Ivan Cotroneo, Walter Fasano, Luca Guadagnino basato su una storia di Luca Guadagnino
Musiche
John Adams
Montaggio
Walter Fasano

Orig.: Italia (2009) - Sogg.: basato su una storia di Luca Guadagnino - Scenegg.: Barbara Alberti, Ivan Cotroneo, Walter Fasano, Luca Guadagnino - Fotogr.(Panoramica/a colori): Yorick Le Saux - Mus.: John Adams - Montagg.: Walter Fasano - Dur.: 120' - Produz.: Luca Guadagnino, Tilda Swinton, Alessandro Usai, Francesco Melz D'Eril, Marco Morabito, Massimiliano Violante.

Interpreti e ruoli

Tilda Swinton (Emma Recchi), Flavio Parenti (Edoardo Recchi jr.), Edoardo Gabbriellini. (Antonio Biscaglia), Alba Rohrwacher (Elisabetta Recchi), Pippo Del Bono (Tancredi Recchi), Maria Paiato (Ida Marangon), Diane Fleri (Eva Ugolini), Waris Ahluwalia (Mr. Kubelkian), Gabriele Ferzetti (Edoardo Recchi Sr.), Marisa Berenson (Allegra Recchi)

Soggetto

A Villa Recchi, a Milano, accanto al capostipite Edoardo, ci sono il figlio e erede designato Tancredi, che ha sposato la russa Emma, e i loro tre figli, Edoardo jr., Elisabetta e Gianluca. Quando l'anziano fondatore muore, la sua successione non appare così scontata. Quando Gianluca invita a casa il suo amico Antonio, giovane cuoco di differente estrazione, Emma ne é subito attratta, e ben presto tra i due nasce una passionale relazione. Più tardi Elisabetta rivela alla mamma di avere un'amicizia femminile. Nella villa la situazione si fa difficile, e Tancredi non appare in grado di gestirla.

Valutazione Pastorale

Accanto agli attori, primari e secondari, un ruolo importante lo svolge l'ambiente della vicenda: tra le camere e i corridoi, i giardini innevati, le grandi cucine di Villa Recchi, dove si svolgono passaggi di consegne, avvicendamenti alla guida dell'impresa strategie familiari e consolidamenti. "Consolidamenti progressivi di ruoli -dice il regista- sempre più raggelati dalla consapevolezza della classe di appartenenza, la grande borghesia industriale lombarda". Così la storia vorrebbe proporsi come la radiografia, tra cinismo e sguardi metaforici, dell'inizio della fine. Non un gioco di parole, ma la presa d'atto che l'humus sociale antico si sta sgretolando ed é difficile sostituirlo con uno nuovo. Il progetto di Guadagnino è ambizioso, ma, dopo un inizio incoraggiante, si arresta dentro immagini raggelate e fredde. La solidità del grande nucleo familiare si sgretola di fronte a richiami seduttivi irresistibili, non sempre ben motivati. La fotografia di un declino storico e sociale si disperde in fughe dentro panorami di maniera e in relazioni sentimental-sessuali in parte altrettanto stereotipate. Guadagnino quindi fallisce l'obiettivo e il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come complesso e non privo di scabrosità.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, tenendo presente quanto detto sopra su passaggi non del tutto riusciti. Attenzione é quindi da tenere per minori e più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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