January

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, cinema/società, cinema/storia, Giovani, Lavoro, Libertà, Politica, Potere, Storia, Violenza
Genere
Drammatico
Regia
Viesturs Kairišs
Durata
94'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Lettonia/Lituania/Polonia
Titolo Originale
Janvāris
Distribuzione
Minerva Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Andris Feldmanis, Viesturs Kairiss, Livia Ulman
Fotografia
Wojciech Staron
Musiche
Juste Janulyte
Montaggio
Armands Zacs
Produzione
Artbox, Latvian Film Fund, Mistrus Media, Staron Film

Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022

Interpreti e ruoli

Karlis Arnolds Avots (Jazis), Alise Danovska (Anna), Baiba Broka (Biruta), Kristiana Berza (Amica di Anna), Rudolfs Cirulis (Amico di Anna), Juhan Ulfsak (Podnieks), Aleksas Kazanavicius (Andrejs)

Soggetto

Lettonia, 1991. Jazis è un giovane di 19 anni che sogna una carriera nel cinema. Incerto sul domani e con la paura della leva militare obbligatoria, inizia a frequentare una scuola di cinema dove conosce la coetanea Anna (Alise Dzene). È amore.

Valutazione Pastorale

Nella cornice del nostro presente, “January” (titolo originale “Janvāris”) del regista lituano Viesturs Kairišs è un film che trova subito una drammatica risonanza: è il racconto della resistenza giovanile (ma anche di adulti e anziani) contro la minaccia sovietica, una difesa della libertà nazionale. La storia. Riga, Lettonia, 1991. Jazis (Karlis Arnolds Avots) è un giovane di 19 anni, che sogna una carriera nel cinema sull’esempio di Ingmar Bergman e Jim Jarmusch. Incerto sul domani e con la paura della leva militare obbligatoria, inizia a frequentare una scuola di cinema dove conosce la coetanea Anna (Alise Dzene). È amore. Il loro legame da un lato si scontra con i reciproci sogni artistici, dall’altro con il duro realismo di un Paese minacciato… Come sottolinea il regista Kairišs, “January” ricorda “i film urbani della Nouvelle Vague: un giovane che cerca sé stesso, ma non riesce a definirsi. Avevo 19 anni nel gennaio 1991, quindi conosco bene i protagonisti e gli eventi del film”. L’autore traccia un evidente parallelismo tra i tumulti nel proprio Paese di inizio anni ’90 e il clima incendiario vissuto nell’Ucraina di oggi. La prospettiva di racconto, intrisa di rimandi autobiografici, è quella di un ventenne chiamato a confrontarsi con la dimensione adulta, con le scelte che imprimono una direzione indelebile. Jazis incede lentamente, con il pensiero fisso nel cinema, nell’arte, dimostrando poca fiducia nel futuro: tutto è confuso e precario, in casa, all’università e nella società tutta. Il giovane usa la cinepresa come una lente per guardare il mondo fuori, per decifrarlo; con la camera prova a “sporcarsi” con la vita, ad addentrarsi nelle sue maglie. E conosce anche l’amore grazie al cinema. Quando però la realtà supera la finzione, l’incanto dell’arte va in frantumi e l’urgenza civile prende il sopravvento. Jazis e Anna ridimensionano tragicamente le proprie aspirazioni, costretti a calarsi nella realtà del momento, nella cronaca della resistenza: la cinepresa diventa allora il diario della paura diffusa, dei tormenti di un popolo. "January” è un’opera che fonde istanze cinematografiche e impegno civile, pagine di ieri e lampi di contemporaneità, attraverso lo sguardo di una generazione che affronta con smarrimento e coraggio l’idea di futuro. Non privo di imperfezioni visive-narrative, “January” si rivela comunque un’opera interessante e valida. Film complesso, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria anche come occasione di dibattito su una pagina della storia europea che trova oggi una drammatica risonanza .

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