JERUSALEM

Valutazione
Discutibile, ambiguità
Tematica
Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Bille August
Durata
168'
Anno di uscita
1997
Nazionalità
Svezia
Titolo Originale
JERUSALEM
Distribuzione
U.I.P.
Soggetto e Sceneggiatura
Tratto dal romanzo di Selma Lagerlöf
Musiche
Stefan Nilsson
Montaggio
Janus Billeskov

Sogg.: Tratto dal romanzo di Selma Lagerlöf - Scenegg.:Bille August - Fotogr.: (Panoramica/a colori) Jörgen Personn - Mus.: Stefan Nilsson - Montagg.: Janus Billeskov-Jansen -Dur.: 168' - Produz.: Ingrid Dahlberg

Interpreti e ruoli

Ulf Friberg (Ingmar Ingmarsson), Maria Bonnevie (Gertrud), Max Von Sydow (il vicario), Pernilla August (Karin), Johan Rabeus (Eljas), Sven-Bertil Taube (Hellgum), Lena Endre (Barbro), Reine Brynolfsson (Tim), Jan Mybrand, Olympia Dukakis, Sven Wollter, Mona Malm.

Soggetto

In Svezia, sul finire dell’Ottocento, la famiglia Ingmarsson corre il rischio di interrompere la tradizione che da tempo la vede custode di una pic-cola parrocchia con terreno annesso. L’erede designato, il piccolo Ingmar, ha solo 10 anni e, quando diventa adulto, si vede costretto a lasciare la segheria della famiglia per salvare la fattoria dal fallimento. Ingmar ama Gertrud, e la separazione è molto dolorosa. Un giorno arriva al villaggio il predicatore Hellgum che infiamma gli abitanti, parlando di una terra promessa: la colo-nia religiosa della signora Gordon a Gerusalemme. Quando Ingmar torna a casa, apprende che la fattoria è stata venduta per finanziare il viaggio verso Gerusalemme ad un ricco agricoltore che l’ha destinata alla figlia Barbro. Pur controvoglia, Ingmar accetta di sposare Barbro. Addolorata, Gertrud si fa convincere dal predicatore, e parte con tuti gli altri per la terra promessa. Qui però la vita si dimostra dura e difficile e Getrud si sacrifica a favore degli altri. In Svezia, Ingmar, preso dai sensi di colpa, si decide a partire a sua vol-ta. Raggiunge a Gerusalemme Gertrud, che però ormai non è più la stessa e non può più corrispondere al suo amore.

Valutazione Pastorale

tratto dal romanzo di Selma Lagerlof (1858-1940), la più nota delle scrittrici svedesi, premio Nobel per la letteratura nel 1909, il film ne ripercorre fedelmente il lungo sviluppo e il tono di grande saga epo-cale. Da svedese, il regista Billie August ha saputo trasportare dalla pagina scritta alle immagini in movimento una storia che mette insieme fede, fanati-smo religioso, passione e redenzione. E in questa sintesi, nel bene e nel male, c’è già tutto il film: vi si descrive un mondo protestante di fine ottocento che si muove con toni maniacali e in un clima intriso di follia, Gerusalemme è vista come un luogo di confusione e di sofferenza, e il cristianesimo diventa cosa aberrante perchè impone di vivere in maniera del tutto contraria al mes-saggio evangelico. Al pari del libro, anche il film è attraversato da una reli-giosità fatalista condizionata da un Dio severo, cupo, giustiziere implacabile. Sul versante opposto, il film propone i fatti, mettendo bene in vista la loro collocazione storica e il regista non si lascia mai andare a compiacimenti o alla voglia di dare insegnamenti per l’oggi. Ne consegue che, dal punto di vista pastorale, siamo di fronte ad un film che può creare alche ambigiutà e va ritenuto discutibile. Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con evidente attenzione per la presenza dei minori. Si tratta comunque di un’ope-ra complessa e difficile, che richiederebbe la conoscenza della cultura e della religiosità svedesi nell’ottica di quel protestantesimo che diventa forma di vita quotidiana. In occasioni più ristrette, il film può quindi trovare spazio per una lettura più attenta e meditata.

Le altre valutazioni

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