JIMMY’S HALL – Una storia di amore e libertà

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti *
Tematica
Danza, Famiglia - genitori figli, Libertà, Politica-Società, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Ken Loach
Durata
106'
Anno di uscita
2014
Nazionalità
Francia, Gran Bretagna, Irlanda
Titolo Originale
Jimmy's Hall
Distribuzione
Bim Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Paul Laverty ispirato all'omonima piece teatrale di Donal O'Kelly
Musiche
George Fenton
Montaggio
Jonathan Morris

Orig.: Gran Bretagna/Irlanda/Francia (2014) - Sogg.: ispirato all'omonima piece teatrale di Donal O'Kelly - Scenegg.: Paul Laverty - Fotogr.(Panoramica/a colori): Robbie Ryan - Mus.: George Fenton - Montagg.: Jonathan Morris - Dur.: 106' - Produz.: Rebecca O'Brien.

Interpreti e ruoli

Barry Ward (Jimmy Gralton), Simone Kirby (Oonagh), Jim Norton (padre Sheridan), Aisling Franciosi (Marie), Aileen Henry (Alice), Francis Magee (Mossy), Karl Geary (Sean), Denis Gough (Tess), Sorcha Fox (Molly), Seamus Hughes (Ruairi), Andrew Scott (padre Seamus)

Soggetto

Nel 1921 Jimmy Graiton costruisce nel proprio paesino della campagna irlandese un locale destinato alla vita sociale della comunità: per ascoltare musica, ballare, fare pugilato, imparare il disegno. Accusato di promuovere spettacoli disdicevoli, si vede costretto a fuggire negli Stati Uniti. Torna a casa dieci anni dopo, e un gruppo di giovani gli chiede di riaprire quella sala da tempo abbandonata. Dopo un iniziale rifiuto, Jimmy accetta. Muovendosi nel contesto di un Paese come l'Irlanda in piena crisi politica, il lavoro di Jimmy è più che mai osteggiato. I problemi crescono ogni giorno, le autorità politiche e la Chiesa cattolica non vedono di buon occhio quel luogo impossibile da controllare. Stavolta il locale non verrà più chiuso ma Jimmy ugualmente dovrà riprendere la strada della fuga. E tornare negli Stati Uniti.

Valutazione Pastorale

"Ci siamo ispirati -chiarisce Ken Loach- alla vita di Jimmy Gralton, personaggio realmente esistito di cui non si sa molto. Peccato, perché é stato certo un uomo straordinario e questo ci ha consentito di immaginare la sua vita privata e le ragioni alla base delle scelte che ha dovuto fare. Volevamo raccontare l'uomo a tutto tondo, non solo l'attivista politico". Ancora una volta, Loach racconta una storia "liberamente ispirata" alla vita e ai tempi di Gralton. Siamo dieci anni dopo le vicende al centro de "Il vento che accarezza l'erba"(sempre di Loach), l'Irlanda attraversa anni di grande depressione e disoccupazione di massa. La sceneggiatura del fido Paul Laverty mette a fuoco un tessuto sociale dilaniato e disgregato, con semplicità e acutezza di notazioni. Un copione sul quale Loach lavora senza perdere niente della sua lucidità descrittiva. Dopo tanti anni e tante opere realizzate, non si finisce di ammirare la coerenza e l'incisività che mette nel costruire un cinema in grado di scavalcare epoche e periodi per farsi canzone, poesia, denuncia di quelle situazioni nelle quali cittadini e comunità vengono osteggiati nelle libertà essenziali. La presenza della Chiesa cattolica irlandese é vista nella prospettiva del ruolo di potere che certamente esercitava ma senza acrimonia né toni offensivi, anzi con significative aperture finali alla comprensione verso l'altro. Col risultato di invitarci a conoscere meglio il passato, e allo stesso tempo a tenere gli occhi aperti sul presente. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni (cineforum, rassegne...) come avvio alla riflessione sui molti argomenti affrontati (rapporto storia/individuo; la comunità; il potere; il lavoro giovanile...).

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