Orig.: Stati Uniti (2005) - Sogg.: tratto dalla sceneggiatura di Tracy Keenan Wynn da una storia di Albert S. Ruddy - Scenegg.: Sheldon Turner - Fotogr.(Scope/a colori): Dean Semler - Mus.: Teddy Castellucci - Montagg.: Jeff Gourson - Dur.: 110' - Produz.: Jack Giarraputo.
Interpreti e ruoli
Adam Sandler (Paul Crewe), Chris Rock (Tuttofare), Burt Reynolds (Nate Scarborough), Nelly (Megget), Michael Irvin (Moss), Bob Sapp (Switowski), Nicholas Turturro (Brucie), Dalip Singh (Turley), David Patrick Kelly (Unger), James Cromwell (Warden Hazen), William Fichtner ( direttore del carcere), Bill Romanowski (cap. Knauer), Brian Bosworth (Lambert), Cloris Leachman (Garner), (Lynette)
Soggetto
Ormai dedito all'alcool e con un precario equilibrio psico-fisico, Paul Crewe, ex giocatore della National Football League la cui carriera é finita per aver truccato una partita, viene condannato a tre anni di prigione da scontare nel carcere di Allenville, nel Texas. Poco dopo il suo arrivo, il direttore lo chiama e gli impone di mettere insieme una squadra di football tra i detenuti da contrapporre come ogni anno a quella dei secondini. Crewe accetta di malavoglia, ma poi la possibilità di riscattarsi costruendo qualcosa di positivo lo fa appassionare al progetto. I detenuti a loro volta intravvedono l'opportunità di prendersi la rivincita delle vessazioni subite da parte di violenti carcerieri. Anche il direttore del carcere ha i propri obiettivi: sfruttare la vittoria come veicolo d'immagine per una eventuale candidatura a governatore dello Stato. Così gli allenamenti vanno avanti tra malintesi, vendette personali, tentativi di passare da una parte all'altra dei contendenti. Crewe viene anche accusato della morte di un detenuto di colore che gli faceva da 'secondo' e minacciato di restare nel carcere altri 25 anni. Quando arriva il giorno della partita, i secondini vanno subito avanti nel punteggio. Ma poi Crewe ritrova l'orgoglio del campione, incita i suoi alla rimonta. Finisce con la vittoria per un punto dei carcerati.
Valutazione Pastorale
"Quella sporca ultima meta", diretto da Robert Aldrich nel 1974 con Burt Reynolds protagonista qui recuperato come legame con il passato, si impose perchè riusciva a motivare fortemente le ragioni della sfida. Erano gli ultimi sussulti di un America in crisi fuori (in Vietnam) e in debito di identità al proprio interno (quella de "Il laureato", "Mash", "Piccolo grande uomo"). In questo remake si respira un'aria tutta commerciale, da operazione di routine, da prodotto di 'genere'. Il prologo lancia alcune buone premesse, che però dopo la prima mezz'ora svaniscono. Siamo alle solite con un protagonista ormai finito che trova un'insperata occasione di riscatto; con le guardie dure ai limiti del sadismo; con i detenuti che in fondo sono bravi ragazzi, basta saper toccare le corde giuste. Trasversali ai due schieramenti, e quindi in perfetta 'par condicio', sono presenti omosessuali di varia estrazione che dovrebbero far ridere e alleggerire i momenti 'seri'. L'esito della partita é scontato fin dall'inizio, e quindi di veramente sostanziale non resta quasi niente. La mezz'ora finale é dedicata allo svolgimento del match e, per chi non conosce regole e obiettivi del football americano, la noia é assicurata. Dal punto di vista pastorale non resta che valutare il film come futile, e segnato da numerose grossolanità (scazzottate, battute a raffica sui 'fratelli negri', spiritosaggini insulse sui gay, buonismi vari sparsi ovunque...).
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, tenendo presente quanto detto sopra sulla sua modestia complessiva. Attenzione è da tenere per i minori in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.