L’ EQUILIBRIO

Valutazione
Complesso, Problematico, dibattiti
Tematica
Evangelizzazione-missione, Gesù, Giovani, Politica-Società, Potere
Genere
Drammatico
Regia
Vincenzo Marra
Durata
90'
Anno di uscita
2017
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Warner Bros Pictures Italia
Musiche
non indicata
Montaggio
Luca Benedetti, Arianna Zanini

Orig.: Italia (2017) - Sogg. e scenegg.: Vincenzo Marra - Fotogr.(Panoramica/a col.): Gianluca Laudadio - Mus.: non indicata - Montagg.: Luca Benedetti, Arianna Zanini - Dur.: 90' - Produz.: Luigi Musini, Olivia Musini, Cesare Apolito, Renato Ragosta per CinemaUndici, Lama Film, RAI Cinema, Ela Film - 74^ MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA 2017, GIORNATE DEGLI AUTORI 14^ EDIZIONE, PREMIO LANTERNA MAGICA (CGS) E PREMIO NUOVOIMAIE TALENT A MIMMO BORRELLI.

Interpreti e ruoli

Mimmo Borrelli (Don Giuseppe), Roberto Del Gaudio (don Antonio), Giuseppe D'ambrosio (Saverio), Autilia Ranieri (Antonietta), Lucio Giannetti (Gaetano), Francesca Zazzera (Assunta), Astrid Meloni (Veronica), Vincenza Modica (Maria), Francesco Pio Romano (Daniele), Sergio Del Prete (Enzo), Paolo Sassanelli (Vescovo)

Soggetto

Un piccolo paese del napoletano, una zona nota come la terra dei fuochi. Qui arriva don Giuseppe, sacerdote già missionario in Africa ed ora, dopo un periodo di crisi, intenzionato a riprendere il proprio cammino di fede al servizio di una nuova comunità. Don Giuseppe prende il posto di don Antonio, parroco precedente, che era entrato in forte sintonia con tutti gli abitanti, per la sua capacità di parlare schiettamente anche di argomenti delicati come quello dei rifiuti tossici...

Valutazione Pastorale

Vincenzo Marra ha esordito nel 2001 con "Tornando a casa". Quindi ha diretto altri titoli quali "Vento di terra", 2004; "L’udienza è aperta", 2006; "La prima luce", 2015. Legato ad un cinema dalla forte impronta realistica, Marra si confronta con questa nuova opera con la cronaca, quella più aspra e scostante, quella che non è tanto agevole affrontare perché mette in gioco scelte difficili e impopolari. Tanto più se, come in questo caso, al centro della vicenda ci sono due sacerdoti impegnati nel proprio ministero. Alla domanda se queste due figure di preti coraggiosi siano ispirati a figure reali, Marra risponde: "No, rappresentano però la sintesi di diversi personaggi della cronaca, proprio come la storia che racconto. Anche il quartiere in cui ho girato, e che evito di nominare per non far torto alle tantissime persone perbene che vi abitano, è il simbolo del degrado di una zona d'Italia che si trova ad appena un'ora e 40 da Roma". Quello della malavita organizzata nelle zone di degrado e quello della presenza/assenza delle istituzioni in contesti nei quali finiscono per imporsi ed essere accettate leggi non scritte porta direttamente alla domanda sul perché Marra abbia deciso di rendere i due preti protagonisti della vicenda. "Da tempo -dice- desideravo girare un film 'cristologico', basato su un cammino spirituale. Avevo pensato a un documentario su un prete di frontiera nella terra della camorra, ma ho dovuto rinunciare perché ci hanno fatto capire che non ci volevano e sarebbe stato pericoloso per la troupe". Da questi interventi si ha più chiara l'idea di quanto il film entri con piena coerenza all'interno di un vicenda difficile. La rinuncia finale di don Giuseppe non è una ammissione di fallimento ma la consapevolezza che altri strumenti sono necessari, oltre alla preghiera e al perdono, per vincere la dura scorza del cuore di certe persone. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte successive occasioni per affrontare i difficili argomenti che quella realtà restituisce ogni giorno con il contributo di testimonianze, esperienze, opinioni anche di esponenti del mondo ecclesiale.

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