L’ ULTIMO CAPODANNO

Valutazione
Discutibile, scabrosità
Tematica
Metafore del nostro tempo
Genere
Grottesco
Regia
Marco Risi
Durata
103'
Anno di uscita
1998
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
L’ULTIMO CAPODANNO
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Marco Risi, Niccolò Ammanniti ispirato al racconto "L'ultimo capodanno dell'umanità" di Niccolò Ammanniti
Musiche
Andrea Rocca
Montaggio
Franco Fraticelli

Sogg.: ispirato al racconto "L'ultimo capodanno dell'umanità" di Niccolò Ammanniti - Scenegg.: Marco Risi, Niccolò Ammanniti - Fotogr.(Scope/a colori): Maurizio Calvesi - Mus.: Andrea Rocca - Montagg.: Franco Fraticelli - Dur.: 103' - Produz.: Sorpasso Film.

Interpreti e ruoli

Monica Bellucci (Giulia Giovannini), Marco Giallini (Enzo Di Girolamo), Alessandro Haber (Ernesto Rinaldi), Federica Virgili (Sukia), Maria Monti (Scintilla Sinibaldi Dell'Orto), Piero Natoli (Vittorio Trodini), Iva Zanicchi (Gina Carucci), Antonella Steni, Francesca D'Aloja, Ludovica Modugno, Ricky Memphis, Angela Finocchiaro, Orazio Stracuzzi, Adriano Pappalardo, Mario Patanè.

Soggetto

A Roma, al numero civico 1043 della via Cassia, c’è il complesso residenziale "Le isole", formato da due moderne palazzine. E’ la notte dell’ultimo dell'anno e gli abitanti del comprensorio si preparano a festeggiare S.Silvestro in vari modi. In un appartamento, Giulia si sta preparando perché ha invitato a cena alcuni amici. E' un po’ tesa e nervosa, perché un amico al telefono voleva invitarla per la sera, poi, quando tutti sono a tavola, scopre che suo marito Enzo ha una relazione con Lisa, una invitata. Giulia medita allora di uccidere il marito. In un altro appartamento, la signora Gina sta preparando il cenone, e vorrebbe avere presente anche il figlio Cristiano, che però è chiuso in camera con un amico con cui sta pensando come passare la notte. C’è poi la contessa Sinibaldi, che organizza una grande festa, alla quale si presenta Gaetano, giovane galante, che però suo malgrado si vede raggiunto da un amico alla testa di un gruppo di esagitati tifosi. Gaetano resta poi vittima dell'opera di seduzione della anziana contessa. Nel suo studio l’avvocato Rinaldi è rimasto solo. Facendo credere alla famiglia a Cortina di avere lavoro urgente da sbrigare, riceve una prostituta che, dietro lauto compenso, soddisfa tutte le sue strane voglie erotiche. In un altro appartamento, la famiglia Trodini si appresta a festeggiare. Il padre Vittorio, appassionato d’auto d’epoca, ne ha appena comprata una cui tiene molto, e quando la vede distrutta per colpa degli inquilini di fronte, la vendetta parte inesorabile. Nell’appartamento Belpedio, Filomena è sola e si appresta a passare piangendo la notte. Ci sono poi tre ladruncoli, che cercano di approfittare del trambusto e di altri appartamenti vuoti per fare qualche furto. E c’è infine lo stanzone della caldaia, dove scendono il figlio di Gina e l’amico. Qui, dopo avere fatto strane conoscenze, alterano il funzionamento del riscaldamento. La caldaia scoppia e tutto il complesso residenziale esplode. Da lontano un enorme fungo si alza verso il cielo.

Valutazione Pastorale

Il film è tratto dal primo racconto del libro "Fango" di Niccolò Ammanniti intitolato all'origine "L’ultimo capodanno dell’umanità". Commedia grottesca, spesso sopra le righe, riflesso dello stato di stordimento della società attuale di fine secolo e millennio, il film si svolge tutto all'interno di un complesso residenziale pulito e ordinato, un microcosmo che diventa luogo dove esplodono tutte le contraddizioni più ampie e forti sul piano umano e sociale. A poco a poco si delinea un affresco sulle virtù conculcate dalla droga massmediale (la televisione) e sui vizi estremizzati: affresco sicuramente aspro, spigoloso, pungente, concepito come un crescendo, dove la cattiveria serpeggia per poi venire decisamente alla luce. Ma non c'è compiacimento, non c'è soddisfazione, non c'è divertimento in ciò che viene mostrato. Se si ride, si ride amaro su questi "mostri del Duemila" che diventano cattivi quasi controvoglia e vorrebbero essere migliori ma nessuno li aiuta a far emergere il buono che hanno. Dal punto di vista pastorale, si tratta quindi di un film da vedere con attenzione e maturità di giudizio, punteggiato di scabrosità visive e verbali e tuttavia da considerare discutibile per quell’opportuno richiamo all'assenza di valori come campanello d’allarme per l'umanità del prossimo millennio, che forse potrà rinascere più consapevole solo dopo una esplosione che cancelli il male passato e riesca a portare in primo piano il bene. UTILIZZAZIONE: come detto, il film presenta momenti di scabrosità che inducono a molta cautela nell’utilizzo in programmazione ordinaria, comunque escludendo i minori. I motivi interessanti sopra ricordati, il taglio narrativo insolito per un film italiano, uno spirito un po' europeo che scandisce il racconto, ne consigliano l’utilizzazione in contesti più ristretti, come occasione di riflessione sugli scenari di fine millennio, e sul rapporto cinema italiano letteratura da parte dei giovani autori.

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