L’ ULTIMO SAMURAI

Valutazione
Accettabile, realistico*
Tematica
Guerra, Politica-Società, Rapporto tra culture, Storia, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Edward Zwick
Durata
153'
Anno di uscita
2004
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
The last samurai
Distribuzione
Warner Bros Pictures Italia
Soggetto e Sceneggiatura
John Logan, Marshall Herskovitz & Edward Zwick John Logan
Musiche
Hans Zimmer
Montaggio
Steven Rosenblum, Victor du Bois

Orig.: Stati Uniti (2003) - Sogg.: John Logan - Scenegg.: John Logan, Marshall Herskovitz & Edward Zwick - Fotogr.(Scope/a colori): John Toll - Mus.: Hans Zimmer - Montagg.: Steven Rosenblum, Victor du Bois - Dur.: 153' - Produz.: Edward Zwick, Marshall Herskovitz, Tom Cruise, Paula Wagner, Scott Kroopf, Tom Engelman.

Interpreti e ruoli

Tom Cruise (Nathan Algren), Timothy Spall (Simon Graham), Ken Wàtanabe (Katsumoto), Billy Connolly (Zebulon Gant), Tony Goldwyn (col. Bagley), Hiroyuki Sanada (Ujio), Koyuki (Taka), Shichinosuke Nakamura (l'imperatore), Shun Sugata (Nakao), Masato Harada (Omura), Shin Koyamada . (Nobutada)

Soggetto

San Francisco, 1876. Stanco di esibirsi nelle fiere per fare pubblicità ai nuovi modelli di fucile, il capitano Nathan Algren accetta per un forte compenso di andare in Giappone ad istruire un nuovo esercito di leva. Con lui c'è il colonnello Bagley, che Nathan odia profondamente dopo averlo visto fare strage di un campo di indiani inermi. Nel paese orientale l'imperatore deve reprimere la ribellione del samurai Katsumoto per poter costruire strade e ferrovie e far nascere il Giappone moderno. Al governo degli Stati Uniti promette che affiderà l'esclusiva del rifornimento di armi. L'addestramento é di breve durata, perché Katsumoto minaccia un attacco e bisogna fronteggiarlo. L'esito dello scontro é disastroso. Nathan viene fatto prigioniero e condotto al villaggio dei ribelli, dove però Katsumoto lo risparmia e lo affida alle cure di Taka, sua sorella. Osservando la vita quotidiana di quella comunità, Nathan ne é a poco a poco conquistato. Con Katsumoto nascono ben presto rispetto e stima reciproci. Così, quando l'esercito nipponico alla guida di Bagley sferra un nuovo, potente attacco, Nathan si schiera a fianco dei cosiddetti 'ribelli'. Dopo una cruenta battaglia in campo aperto, le spade dei soldati devono arrendersi alle mitragliatrici delle truppe regolari. Katsumoto muore sul campo. Ripresosi dalle ferite, Nathan arriva a corte proprio mentre si sta concludendo l'affare della vendita delle armi dagli Stati Uniti al Giappone. Ricorda gli ideali e l'amore per il Giappone che ha sempre animato Katsumoto e chiede che non venga dimenticato. Allora l'imperatore annulla il contratto. Ora Nathan può tornare al villaggio dove ad aspettarlo c'é Taka.

Valutazione Pastorale

Il regista Edward Zwick dichiara di amare molto il cinema di Kurosawa e di avere studiato a lungo la storia giapponese nel periodo che ha portato il Giappone ad incontrare l'Occidente dopo oltre 200 anni di isolamento. "In tutte le culture - precisa - il passaggio dalla tradizione alla modernità é sempre drammatico e violento. Anche visivamente. Ogni immagine racconta la contrapposizione tra vecchio e nuovo. Inoltre ho sempre considerato i valori della cultura del Samurai ammirevoli e validi: in particolare il comprendere che violenza e compassione esistono fianco a fianco e che poesia, bellezza, arte sono anch'esse parte della formazione di un guerriero, come la scherma e la forza fisica (...)". Resta solo da aggiungere che a questa buona predisposizione verso il Giappone il copione affianca la denuncia dei molti aspetti oscuri della storia americana. George Custer fanatico di se stesso; la vendita di armi nel mondo; lo sterminio dei nativi indiani: colpe che Nathan si porta dentro e sente di non poter espiare. Così in filigrana, attraverso i temi del sacrificio, della lealtà, dell'onore (e del loro tradimento da parte di chi cerca solo guadagno e potere), il racconto diventa una 'summa' di riflessioni sulla Storia (americana e non solo) e sulle storie individuali e collettive, sulle ferite del Vietnam, sulle guerre fratricide, sulla violenza, sulla guerra come 'necessità assurda'. E quindi anche sulla ricerca di equilibrio, su una interiorità spirituale che il Giappone offre sia pure tra tante contraddizioni. Film lungo (153') ma ben strutturato, girato come i 'kolossal' di una volta con lente cadenze narrative, grandiose scene di massa e di battaglia; dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile e nell'insieme realistico. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria. La presenza di crudezze e qualche violenza consigliano di tenere attenzione per la presenza di minori. Stessa cura è da riservare per le successive visioni televisive.

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