LA BAS – EDUCAZIONE CRIMINALE

Valutazione
Consigliabile, supeficialità, Adatto per dibattiti
Tematica
Emigrazione, Lavoro, Politica-Società, Rapporto tra culture, Violenza
Genere
Drammatico
Regia
Guido Lombardi
Durata
100'
Anno di uscita
2012
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Istituto Luce Cinecittà
Musiche
Giordano Corapi
Montaggio
Annalisa Forgione, Beppe Leonetti

Orig.: Italia (2011) - Sogg. e scenegg.: Guido Lombardi - Fotogr.(Scope/a colori): Francesca Amitrano - Mus.: Giordano Corapi - Montagg.: Annalisa Forgione, Beppe Leonetti - Dur.: 100' - Produz.: Dario Formisano, Gaetano Di Vaio, Pietro Pizzimento, Gianluca Curti.

Interpreti e ruoli

Kader Alassane (Yssouf), Moussa Mone (Moses), Esther Elisha (Suad), Billy Serigne Faye (Germain), Fatima Traore (Asetù), Alassane Doulougou (Idris), Salvatore Ruocco (capoclan), Franco Caiazzo (Zi' Peppe), Gaetano Di Vaio . (gestore autolavaggio), Marco Mario De Notaris (chirurgo)

Soggetto

A Castel Volturno, nella numerosa comunità di immigrati africani, il giovane Yssouf ha deciso di non subire più la presenza dello zio Moses: costui tempo prima lo aveva convinto a venire in Italia con la promessa di un lavoro da artigiano per poi avviarlo in un traffico di cocaina. Ma la situazione a poco a poco si fa insostenibile. Ad osteggiare Moses c'è un clan rivale di nigeriani e, soprattutto, il gruppo dei camorristi locali che non tollerano presenze estranee. La soluzione violenta diventa inevitabile.

Valutazione Pastorale

Duri e tragici avvenimenti di cronaca sono alla base del copione, che fotografa uno spaccato di degrado sociale dentro una avvilità realtà territoriale. Tra Castel Volturno e dintorni la comunità africana è cresciuta come quantità e insieme ha aperto una serie di ferite profonde che le autorità locali non hanno saputo affrontare né contenere. Il racconto segue il disagio crescente e l'ineluttabilità di uno scontro invetitabilmente violento tra differenti gruppi di africani/nigeriani e clan locali camorristici, per il controllo del traffico di droga. Al centro quelli che erano arrivati in Italia per lavorare in pace, e si trovano dentro guerre senza tregua. Il prodotto ha un bello slancio narrativo tra finzione e documento, diventa testimonianza e tuttavia non riesce ad allontanare il sospetto di una qualche prevedibilità e un certo opportunismo tematico. Resta l'urgenza della denuncia per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, non privo di superficialità e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, con più pertinenza, in occasioni mirate per avviare riflessioni sui temi molto attuali che affronta.

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