LA CASA DEI MATTI

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti**
Tematica
Conflitti etnici, Guerra, Malattia, Politica-Società, Solidarietà-Amore, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Andrei Konchalovsky
Durata
104'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Francia, Russia
Titolo Originale
Dom Durakov
Distribuzione
Istituto Luce
Musiche
Edward Artemiev
Montaggio
Olga Grinshpun

Orig.: Russia/Francia (2002) - Sogg. e scenegg.: Andrei Konchalovsky - Fotogr.(Panoramica/a colori): Sergei Kozlov - Mus.: Edward Artemiev - Montagg.: Olga Grinshpun - Dur.: 104' - Produz.: Persona (Russia), Hachette Première et Cie (Francia), Bac Films (Francia).

Interpreti e ruoli

Julia Vysotsky (Janna), Eugeni Mironov (soldato), Sultan Islamov (Akhmed), Stanislav Varkki (Ali), Elena Fomina (Lucy), Marina Politseimako (Vika), Rasmi Djabrailov (Mahmud), Vladas Bagdonas . (dottore)

Soggetto

Anno 1996 durante la prima guerra in Cecenia. In un ospedale psichiatrico collocato presso la frontiera con la Russia, Janna e gli altri pazienti passano le giornate ignari degli eventi bellici, ma restano delusi il giorno in cui il treno al cui passaggio tanto si divertivano all'improvviso non si fa più vedere. La mattina dopo tutto il personale medico è sparito. I malati devono organizzarsi da soli. Alcuni provano a partire ma ben presto il frastuono delle bombe li costringe a tornare indietro e a cercare rifugio nell'ospedale-casa. Janna suona la fisarmonica e pensa al suo idolo, il cantante Bryan Adams, con cui si considera fidanzata. Un giorno un gruppo di soldati ceceni invade il manicomio e vi si installa. Janna si innamora di Akhmed, lo segue, gli strappa la promessa di matrimonio, pur sapendo di deludere Bryan. Il giorno delle nozze Janna indossa un grande cappello bianco. L'arrivo delle truppe russe interrompe tutto. Dopo uno scontro, il comandante dei ceceni viene arrestato. Akhmed è a tavola con gli altri, dice che sta male e si vuole curare. Janna sorride e riprende a suonare la fisarmonica.

Valutazione Pastorale

Se già nella vita quotidiana il confine tra normalità e anormalità é molto sottile, in situazioni estreme come la guerra molte altre cose possono cambiare: "...atti e reazioni - dice il regista- possono svelare delle personalità all'opposto di ciò che sembravano a prima vista. C'é un proverbio russo che dice: 'I poveri di spirito sono spesso ricchi di cuore'". Per riflettere dunque su quel tragico, recente episodio di storia che ha insanguinato l'ex impero sovietico, e insieme per delineare un orizzonte più ampio, l'autore porta di nuovo in primo piano un gruppo di 'matti', quelli che non ragionano, non comprendono, non valutano. O forse lo fanno meglio di altri, tanto meglio da essere ritenuti pericolosi e quindi emarginati. Un ospedale abbandonato diventa allora una sorta di isola selvaggia e colorata, dove suonare e sognare un cantante è più forte del crepitare delle armi. Nato a Mosca nel 1937, esordiente a metà degli anni Sessanta, attivo per circa dieci anni negli Stati Uniti (1984-1992), Konchalovsky recupera in questa occasione la forza appassionata e visionaria dei suoi primi titoli non disgiunta da una forza narrativa maturata nel periodo americano. Mentre il fratello Nikita Mikalkov fa segnare un silenzio troppo prolungato, Konchalovsky racconta un apologo ispirato e poetico, un appello accorato ad oppore alla follia della guerra la 'follia' dell'amore. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile, problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare come spettacolo notevole e avvio alla riflessione sugli importanti argomenti sopra indicati. Da proporre anche a livello scolastico.

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