LA CITTA’ IDEALE

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Ecologia, Famiglia - genitori figli, Giustizia, Metafore del nostro tempo, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Luigi Lo Cascio
Durata
105'
Anno di uscita
2013
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Istituto Luce Cinecittà
Musiche
Andrea Rocca
Montaggio
Desideria Rayner

Orig.: Italia (2012) - Sogg. e scenegg.: Luigi Lo Cascio con la collaborazione di Massimo Gaudioso, Desideria Rayner, Virginia Borgi - Fotogr.(Panoramica/a colori): Pasquale Mari - Mus.: Andrea Rocca - Montagg.: Desideria Rayner - Dur.: 105' - Produz.: Angelo Barbagallo per BIBI Film con RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Luigi Lo Cascio (Michele Grassadonia), Catrinel Marlon, Luigi Maria Burruano, Massimo Foschi, Alfonso Santagata, Aida Burruano, Roberto Herlitzka

Soggetto

Convinto ecologista, Michele Grassadonia molto tempo addietro ha lasciato la natia Palermo e si è trsaferito a Siena, considerata la città ideale. Da un anno ormai sta conducendo nel proprio appartamento un esperimento con un obiettivo preciso: vivere in piena autosufficienza, senza fare ricorso all'acqua corrente e all'energia elettrica. In una notte di pioggia, presa a prestito la macchina di un amico per un'emergenza, si ferma lungo la strada, per soccorrere un uomo rimasto sull'asfalto. Da quel momento la vita di Michele non è più la stessa.

Valutazione Pastorale

Nelle note di regia scrive Lo Cascio: "(...) Possono capitare nella vita momenti in cui le parole diventano cruciali. In queste occasioni sbagliare una sillaba, mostrare contraddizioni, esibire incertezze nella ricostruzione degli eventi sono inciampi che possono segnare per sempre il nostro destino. La ricerca della verità si pone allora non solo come esperienza di conoscenza o come istanza morale ma soprattutto come unica possibilità di salvezza". Neoregista, Lo Cascio si ritaglia un ruolo di protagonista diviso tra i fervidi ideali di un'utopia a rischio di retroguardia e le necessità legate alle conseguenze di un episodio del tutto imprevisto. Avviandosi ad un enigmatica conclusione nel ventre ingannevole dei tribunali palermitani, Michele sperimenta l'impossibilità di di coltivare ideali, e di costruire scenari nuovi sul solco di una disperata assenza di coraggio. Tra Pirandello e Sciascia, Lo Cascio prov adare anima e corpo ad un humus ribelle e restio ai cambiamenti. Quasi timoroso di andare fino in fondo, il film resta a metà ma evidenzia slancio e ruvido coraggio. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come proposta interessante per avviare riflessioni sui molti temi che propone: legge, verità, ideali, e l'ambito degli attori passati dietro la macchina da presa.

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