LA CUSTODE DI MIA SORELLA

Valutazione
Complesso, Problematico
Tematica
Famiglia - genitori figli, Giustizia, Malattia, Morte, Scienza
Genere
Drammatico
Regia
Nick Cassavetes
Durata
107'
Anno di uscita
2009
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
My Sister's Keeper
Distribuzione
Warner Bros Pictures Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Nick Cassavetes, Jeremy Leven tratto dal romanzo omonimo di Jodi Picoult
Musiche
Aaron Zigman
Montaggio
Alan Heim, Jim Flynn

Orig.: Stati Uniti (2009) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Jodi Picoult - Scenegg.: Nick Cassavetes, Jeremy Leven - Fotogr.(Scope/a colori): Caleb Deschanel - Mus.: Aaron Zigman - Montagg.: Alan Heim, Jim Flynn - Dur.: 107' - Produz.: Mark Johnson, Chuck Pacheco, Scott L. Goldman - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.

Interpreti e ruoli

Cameron Diaz (Sara Fitzgerald), Abigail Breslin (Anna Fitzgerald), Alec Baldwin (Campbell Alexander), Jason Patric (Brian Fitzgerald), Sofia Vassilieva (Kate Fitzgerald), Joan Cusack (giudice De Salvo), Evan Ellingson (Jesse Fitzgerald), Heather Wahlquist (zia Kelly), Thomas Dekker (Taylor Ambrose), David Thornton (dott. Chance), Emily Deschanel . (dott.ssa Farquad)

Soggetto

All'età di due anni a Kate viene diagnosticata la leucemia. Sara e Brian, i genitori, aiutati da un medico a superare spinose questioni etiche, decidono di mettere al mondo un altro figlio, geneticamente compatibile con la piccola e destinato a salvarle la vita. Nasce così Anna, che segue il proprio destino, fino a quando, a 11 anni, decide di rivolgersi ad un avvocato, intenzionata a non obbedire più ai genitori e a non sottoporsi ad ulteriori interventi chirurgici e trasfusioni per la sorella. Dopo aver ascoltato le ragioni delle parti, il Tribunale dà ragione ad Anna. Kate poi muore, e ora anche i genitori riescono a capire i motivi della dolorosa azione intrapresa dalla loro figlioletta.

Valutazione Pastorale

All'origine c'è un romanzo, e la derivazione si sente in modo forte e decisivo. Per quanto imperniato su temi forti, tutt'altro che marginali o superficiali, il racconto quasi mai riesce ad essere autentico e realistico. L'accumulo di situazioni disperate e di vite spezzate (oltre al nucleo familiare centrale, c'è l'avvocato epilettico, c'è la giudice che ha perso una figlia in un incidente...) getta lo svolgimento entro confini del melodramma strappalacrime e ricattatorio. Dall'accanimento terapeutico al rapporto genitori-figli, dagli affetti tra i malati, alla dissertazioni sul binomio vita/morte, troppe cose vengono gettate sul tappeto e niente viene approfondito. Portata al diapason, l'emotività diventa didascalismo, lo stile insiste, sottolinea, enfatizza. Incombe un certo qual compiacimento della sofferenza. Per questi motivi il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come comnplesso, e certo problematico, dal momento che i temi restano comunque pertinenti e di interesse.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, mettendo in conto i rilievi sopra indicati. C'è il divieto ai minori di 14 anni, e quindi molta attenzione é da tenere per i minori in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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