LA DOMENICA DEL SIGNORE

Valutazione
Consigliabile, semplice
Tematica
Famiglia, Famiglia - genitori figli, Mafia, Solidarietà-Amore, Storia, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Gianni Virgadaula
Durata
75'
Anno di uscita
2014
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Gianni Virgadaula
Musiche
Marco Werba
Montaggio
Francesco Lombardo

Orig.: Italia (2013) - Sogg. e scenegg.: Gianni Virgadaula - Fotogr.(Normale/B%N): Attilio Vindigni - Mus.: Marco Werba - Montagg.: Francesco Lombardo - Dur.: 75' - Produz.: Istituto Culturale di Sicilia per la Cinematografia - Onlus.

Interpreti e ruoli

Rosario Tandurella (don Angelo), Walter Maestosi (il capitano), Guia Jelo. (Concetta), Barbara Giummarra (Lucia), Andrea Rizzo (Carmine), Ornella Giusto (Valeria), Anna Passanisi . (Osvalda)

Soggetto

Anno 1957. A Borgo Santa Maria, paesino di mare del catanese, il parroco don Angelo Marcinò vive un momento di profonda crisi. Da un lato ha aderito alla richiesta di Lucia e va ad assistere il padre di lei Francesco, anziano capitano di mare molto malato. L'uomo gli racconta come, nel pregare di fronte ad una sedia vuota comprata in un bazar arabo, egli veda Gesù. Dall'altro, con leggerezza, ha accettato da un onorevole compiacente il denaro per restaurare la chiesa promettendo in cambio appoggio per la rielezione. Don Angelo cade in una grave crisi, al punto di mettere in discussione il proprio ruolo sacerdotale. Dopo aver subuito una grave ritorsione da parte degli scagnozzi dell'onorevole, e quando il capitano, morendo, gli ha fatto dono della preziosa sedia, don Angelo capisce di dover reagire, ritrova equilibrio e recupera una fede più consapevole.

Valutazione Pastorale

Un parroco indifeso, una parrocchia con poche anime, un paesello del tutto anonimo: intorno la Sicilia fine anni '50, scenario come sempre di grande bellezza geografica e insieme di forte isolamento culturale e religioso. Tra le motivazioni che sembrano avere spinto i realizzatori emerge una sorta di malinconica nostalgia per un periodo carico di problematiche e insieme di una ruvida vitalità, di una capacità di reagire, che in seguito si è persa. Don Angelo è il prototipo del sacerdote semplice, inadatto ad andare al di là di una missionarietà elementare, e quindi preda più facile di persone in cerca di potere. Vive la propria crisi con isolamento e silenzio, subisce le difficoltà più che gestirle. Forse il ritratto di una chiesa italiana preconciliare, di un 'povertà' interiore non ancora in grado di prendere coscienza. Estremamente lineare nei dialoghi e nella costruzione drammaturgica dei personaggi, la realizzazione procede lungo una struttura narrativa facilmente accessibile, affidata ad un fotografia in b/n che restituisce le atmosfere anche cinematografiche dell'epoca. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e nel'insieme semplice.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare, più che in programmazione ordinaria, in occasioni mirate, come proposta adatta a ricostruire un momento, un clima, una parte di Italia degli anni '50 con le sue molte contraddizioni sociali e spirituali.

Le altre valutazioni

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