LA DOMENICA SPECIALMENTE

Valutazione
Inaccettabile, Negativo
Tematica
Genere
Film a episodi
Regia
Francesco Barilli, Giuseppe Bertolucci, Giuseppe Tornatore, Marco Tullio Giordana
Durata
117'
Anno di uscita
1991
Nazionalità
Belgio, Francia, Italia
Titolo Originale
LA DOMENICA SPECIALMENTE
Distribuzione
Titanus Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Tonino Guerra
Musiche
Ennio Morricone
Montaggio
Giuseppe Bertolucci, Marco Tullio Giordana, Giuseppe Tornatore, Francesco Barilli

Sogg. e Scenegg.: Tonino Guerra - Fotogr. (Panoramica/a colori:) Fabio Cianchetti, Franco Lecla, Tonino Delli Colli, Gianni Marras - Mus.: Ennio Morricone - Montagg.: Giuseppe Bertolucci, Marco Tullio Giordana, Giuseppe Tornatore, Francesco Barilli - Dur.: 117' - Produz.: Basic Cinematografica, Roma; Paradis Film, Paris; Dusk Motion, Bruxelles - Vietato ai minori degli anni 14.

Interpreti e ruoli

Philippe Noiret (Amleto), Ornella Muti (Anna), Bruno Ganz (Vittorio), Jean-Hugues Anglade (Bustric), Maria Maddalena Fellini, Chiara Caselli, Sergio Bini, Andrea Prodan, Nicoletta Braschi, Ivano Marescotti, Joys De Caw.

Soggetto

LA DOMENICA SPECIALMENTE (I episodio, regia: Giuseppe Bertolucci). Un turista tedesco, Vittorio, nell'attraversare in macchina, di domenica, un ponte su una località fluviale della Romagna, è incuriosito da un piattello rosso che gli cade fra le ruote. Sceso sul greto del fiume, vi incontra Marco un ragazzo semideficiente, sorvegliato dalla sorella Anna, una bella ragazza che attrae il turista e lo invoglia a tentare un'avventura. Ma la ragazza gli sfugge, preferendogli morbosamente il fratello. Al turista non rimane che consolarsi con una prostituta del posto. LA NEVE SUL FUOCO (II episodio, regia: Marco Tullio Giordana). Una giovane popolana si sposa sul finire dell'autunno, e va ad abitare in campagna nella casa della suocera. Le abbondanti nevicate isolano praticamente i due sposi, che non trovano di meglio che abbandonarsi alle loro effusioni amorose. La giovane donna si accorge di essere spiata dalla suocera attraverso una mattonella sconnessa della camera soprastante, e le fa un cenno di complice intesa. La suocera confessa in seguito la propria morbosa curiosità all'anomalo prete del luogo. Alla morte di lei anche la nuora confesserà al medesimo prete la propria complicità, adducendo il motivo di aver voluto far sentire meno sola l'anziana donna. IL CANE BLU' (III episodio, regia: Giuseppe Tornatore). Il calzolaio/barbiere Amleto, solo e scorbutico, in un caratteristico paese romagnolo non riesce a liberarsi da un cane con macchia blù sul naso, che gli si è inspiegabilmente affezionato e si ostina a seguirlo sul lavoro e fuori. Alla fine, esasperato dal suo continuo abbaiare, una notte gli spara,e l'indomani ne rinviene le macchie di sangue ma non la carcassa. Qualcuno gli dice che l'ha solo ferito. L'uomo allora lo cerca, vagando febbrilmente dal paese alle alture circostanti, finché, recatosi su un tumulo di sassi sotto il quale gli è stato asserito che il cane era stato sepolto, l'animale gli riappare misteriosamente, festante, scodinzolante e abbaiante, e riprende a seguirlo. LE CHIESE DI LEGNO (IV episodio, regia: Francesco Barilli). Un tale, di dubbia sanità mentale, si aggira per Rimini durante la stagione balneare, imbambolato di giorno davanti alla fotomodella di un tabellone pubblicitario, che gli sembra animarsi e invitarlo maliziosamente, e allocchito la sera dal luccichio dei "luna park" e delle insegne luminose di locali pubblici, discoteche, ristoranti, bar, che promettono mirabilia a quanti vi si affollano. Quando rimane colpito da tre imbarcazioni illuminate che si avvicinano alla costa, da cui provengono voci salmodianti, si fa loro incontro e si getta in mare salendo sulla più vicina. La trova deserta, nonostante le innumerevoli candele sgocciolanti che ne illuminano l'altare. Una folla di gaudenti l'ha seguito e rimane stupefatta sulla riva, finché le tre "chiese di legno" si sono allontanate.

Valutazione Pastorale

Sceneggiature ineccepibili, buon ritmo, fotografia stupenda, recitazione appropriata addirittura magistrale quella di Philippe Noiret, ma nei primi due episodi contenuti scabrosi, morbosità, ambiguità, pressappochismi etici e religiosi. Mirabile l'episodio diretto da Giuseppe Tornatore, e peccato, veramente, che sia legato in un'unica pellicola con i due primi. Quel cane un attore bravissimo! grazie alla regia di Tornatore, si carica di significati emblematici, quasi a significare l'irresistibile potere dell'amore, che finisce sempre col vincere ogni rifiuto e ogni ostilità. E Noiret interpreta in maniera inarrivabile sia il livore di chi rifiuta, sia la nostalgia di chi si ricrede, e non ha pace finché non ritrova l'oggetto del proprio scontroso rifiuto per farsene un inseparabile amico. "Le chiese di legno" anche per quel ritrovarsi tutti uniti nel perseguire un sogno carico di attese e di mistero ha pure certe sue connotazioni emblematiche, significanti, forse al di là delle intenzioni del regista, l'inappagamento dell'uomo, che oltre le banalità delle offerte consumistiche alonate di pubblicità fasulla, è alla ricerca di qualcosa di segno completamente diverso. 0 anche la superficialità di una religione tutta esteriore, affascinata da apparenze luminescenti, ma convivente con comportamenti etici di falsa pietà e deplorevole degrado morale.

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