La figlia oscura

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Arte, Bambini, Dialogo, Dolore, Donna, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Internet, Lavoro, Letteratura, Mare, Matrimonio - coppia, Media, Metafore del nostro tempo, Psicologia, Rapporto tra culture
Genere
Drammatico, Psicologico
Regia
Maggie Gyllenhaal
Durata
124'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Israele, Stati Uniti
Titolo Originale
The Lost Daughter
Distribuzione
Bim Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Dal romanzo omonimo di Elena Ferrante, la sceneggiatura è firmata da Maggie Gyllenhaal
Fotografia
Hélène Louvart, A.F.C.
Musiche
Dickon Hinchliffe
Montaggio
Affonso Goncalves, ACE
Produzione
Osnat Handelsman Keren, Talia Kleinhendler, Maggie Gyllenhaal, Charles Dorfman, David Gilbery, Marlon Vogelgesang, Olivia Colman, Christos V. Konstantakopoulos, Tmira Yardeni. Casa di produzione: In the Current, Pie Films

In Concorso alla 78a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia, vincitore del premio per la miglior sceneggiatura. Candidato a 3 Premi Oscar nel 2022 tra cui miglior attrice Olivia Colman

Interpreti e ruoli

Olivia Colman (Leda), Jessie Buckley (Leda giovane), Dakota Johnson (Nina), Ed Harris (Lyle), Peter Sarsgaard (Prof. Hardy), Dagmara Dominczyk (Callie), Paul Mescal (Will), Jack Farthing (Joe), Robyn Elwell (Bianca), Ellie Blake (Martha), Alba Rohrwacher (Escursionista)

Soggetto

Grecia oggi. Su un’isola decide di trascorrere dei giorni di tranquillità la quasi cinquantenne Leda Caruso, accademica britannica specializzata in letteratura italiana. L’incontro-scontro con una famiglia di vacanzieri rumorosa e ingombrante la pone sotto pressione, aprendo delle ferite dal suo passato…

Valutazione Pastorale

È ancora febbre da Ferrante. Dopo “L’amore molesto”, “I giorni dell’abbandono” e la tetralogia “L’amica geniale”, viene adattato per lo schermo un altro romanzo della misteriosa scrittrice italiana: “La figlia oscura”. A dirigerlo è l’attrice statunitense Maggie Gyllenhaal, al suo esordio dietro alla macchina da presa. Rimescolando un po’ le ascisse e le ordinate del racconto, la storia si svolge nel corso di una vacanza estiva in Grecia. Su un’isola decide di trascorrere dei giorni di tranquillità la quasi cinquantenne Leda Caruso, accademica britannica specializzata in letteratura italiana. L’incontro-scontro con una famiglia di vacanzieri rumorosa e ingombrante la pone sotto pressione, aprendo delle ferite dal suo passato… Avendo a disposizione un’attrice fuoriclasse come il premio Oscar Olivia Colman, la regista Gyllenhaal prova a indagare la maternità e le sue fratture, tratteggiando i sentimenti d’amore bruciante, di atavica intensità, e nel contempo quel mix di ansie, tormenti, desideri repressi. La protagonista Leda ripercorrere il suo vissuto, l’abbandono per breve tempo delle proprio figlie per inseguire un abbaglio di passione e “libertà”. "Quando ho letto il romanzo - ha sottolineato la regista Gyllenhaal - mi è tornato in mente qualcosa di molto strano e doloroso, ma anche di innegabilmente vero. Alcune parti che tenevo segrete della mia esperienza di madre, di amante, di donna in questo mondo venivano pronunciate ad alta voce per la prima volta. E ho pensato a quanto potesse essere eccitante e pericoloso rendere collettiva un'esperienza del genere. Non nella solitaria tranquillità che ti dà un libro, ma in una stanza piena di persone che la vivono insieme e si percepiscono". Se la Colman è sempre misurata e inappuntabile, coadiuvata anche da validi comprimari come Dakota Johnson, Jessie Buckley ed Ed Harris, il film nel complesso appare invece non del tutto risolto con una tensione narrativa a corrente alternata. Nel primo film da regista della statunitense Maggie Gyllenhaal tornano tutte le suggestioni apprese nei molti film interpretati, per la maggior parte di notevole spessore. In tal senso, forse, proprio per questo grande bagaglio di suggestioni, il suo titolo d’esordio appare denso e a tratti un po' confuso, non riuscendo a centrare pienamente l’obiettivo. Bene dunque, ma non benissimo. Dal punto di vista pastorale “The Lost Daughter” è complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è indicato per la proiezione ordinaria e per successive occasioni di dibattito.

Le altre valutazioni

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