LA GENERAZIONE RUBATA

Valutazione
Problematico, Raccomandabile, Adatto per dibattiti
Tematica
Bambini, Politica-Società, Rapporto tra culture, Razzismo
Genere
Drammatico
Regia
Philip Noyce
Durata
93'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Australia
Titolo Originale
Rabbit-Proof Fence
Distribuzione
Buena Vista International Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Christine Olsen tratto dal libro di Doris Pilkington
Musiche
Peter Gabriel
Montaggio
John Scott, Veronica Jenet

Orig.: Australia (2002) - Sogg.: tratto dal libro di Doris Pilkington - Scenegg.: Christine Olsen - Fotogr.(Scope/a colori): Christopher Doyle - Mus.: Peter Gabriel - Montagg.: John Scott, Veronica Jenet - Dur.: 93' - Produz.: John Winter.

Interpreti e ruoli

Kenneth Branagh (Neville), Everlyn Sampi (Molly), David Gulpilil (Moodo), Tianna Sansbury, Laura Monaghan.

Soggetto

Western Australia, 1931. Molly, Gracie e Daisy, tre bambine meticce (figlie cioé di uomo bianco e donna aborigena) rispettivamente di 14, 10 e 8 anni, vengono prelevate dal loro villaggio di Jigalong e condotte nella colonia di Moon River, a 1500 miglia di distanza, per essere educate e cresciute nella giusta dimensione. Ma le bambine non resistono molto. Passa solo qualche giorno, e riescono a scappare. Il loro obiettivo é tornare a casa, ma si tratta di ripercorrere in senso contrario una distanza immensa e in luoghi quasi sempre desertici. L'unico punto di riferimento resta la lunghissima rete di protezione (detta Rabbit Proof Fence) messa quindici anni prima dai coloni bianchi lungo quasi tutta l'estensione del Western Australia per proteggere i pascoli dai conigli selvatici. Mentre al loro inseguimento viene lanciata una guida di colore, le tre bambine passano attraverso rischi e pericoli, trovando ogni tanto accoglienza e ristoro. Ingannata da una falsa informazione, Gracie viene ripresa. Le altre due continuano, fin quando, stremate, non riescono a rivedere la mamma. Alla fine una voce f.c. ricorda ciò che è successo alle bambine in seguito, con l'immagine di Daisy ormai anziana.

Valutazione Pastorale

E' un dato storico fino a pochi anni fa tenuto nascosto l'emanazione da parte dei governi australiani, dagli anni '20 agli '80, di leggi che tendevano a sottrarre i bambini meticci alle loro famiglie per avviarli alla rieducazione e all'inserimento nella società dei bianchi. Si tratta, com'è ovvio, di una lunga e triste pagina di razzismo, alla quale il Paese australe ha cercato in tempi più recenti di porre rimedio. E tuttavia molto opportuno e pertinente arriva questo film che é ricostruzione dei fatti ma anche occasione di riflessione sul rapporto tra diritto e dovere. In fuga per la vita, in fuga per il futuro, il viaggio delle tre bambine diventa diario di una crescita faticosa ma voluta, maturazione di fronte alle difficoltà, e, per le generazioni successive, luogo della memoria, ossia capacità di riconoscere i propri errori per non ripeterli. Se il racconto sta tutto, e inevitabilmente , dalla parte delle bambine, con qualche passaggio di indulgente manicheismo, non é tuttavia da trascurare anche quella parte che, parlando di razzismo, coinvolge la scienza e gli studi scientifici del tempo: denunciando da un lato il proliferare di teorie senza fondamento, dando spazio dall'altro al tema della inculturazione del cristianesimo. Coniugando realismo, ingegnosità dell'intreccio, sentimento pacifista, dolenti notazioni su schiavismo e razzismo, il film si propone in modo ricco e vibrante, attuale nonostante la cornice storica: dal punto di vista pastorale, é da valutare come raccomandabile, problematico e adatto a dibattiti.

Utilizzazione

Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare in molte occasioni, per avviare riflesioni sui temi sopra indicati, anche a livello scolastico.

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