LA MEDAGLIA

Valutazione
Discutibile, problematico
Tematica
Genere
Commedia
Regia
Sergio Rossi
Durata
112'
Anno di uscita
1997
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
LA MEDAGLIA
Distribuzione
Italian International Film
Soggetto e Sceneggiatura
Maria Rosa Valli
Musiche
Alessandro Molinari
Montaggio
Patri

Sogg.: Maria Rosa Valli - Sce-negg.: Maria Rosa Valli, Paolo Castaldini, Sergio Rossi - Fotogr.: (Panora-mica/ a colori) Franco Lecca - Mus.: Alessandro Molinari - Montagg.: Patri-zio Marone - Dur.: 112' - Produz.: Gianni Minervini per Ama film con la collaborazione di RaiTre

Interpreti e ruoli

Antonella Ponziani (Lidia), Franco Nero (ing. Ferrero), Tresy Taddei (Anna), Sonia Grassi (Elsa), Maria Monti (maestra), Enzo Salomone (Cicles), Luigi Montini . (Pietro)

Soggetto

A Torino, nel 1953, Lidia è una ancora giovane vedova di guerra, ha una figlia di dieci anni, Anna, e lavora in una fabbrica della città. All’in-terno del proprio ufficio, Lidia fa attività politica per il Pci, di cui è una mili-tante. A scuola Anna sogna di ricevere la medaglia che la maestra appunta ogni settimana sul grembiulino del bambino migliore. Ma c’è il problema della prima comunione, che Lidia non permette di fare alla figlia. Sul posto di lavoro intanto Anna riceve molte attenzioni da parte dell’ing. Ferrero, diri-gente della fabbrica. Dapprima indecisa, Anna poi cede alle sue insistenze e dà libero sfogo ai suoi sentimenti. Subito dopo, dà alla figlia il permesso per unirsi agli altri bambini nella prima comunione. Il partito a questo punto le impone di scegliere tra la sua vita e la lotta in fabbrica. Lidia lascia la sezio-ne, Anna riceve la sospirata medaglia, ma poi Elsa, ex collega di Lidia, le rivela che l’ing. Ferrero era stato incaricato dall’azienda di corteggiarla per farla distrarre dalla politica. Lidia è distrutta, la figlia comincia a capire meglio i problemi della madre e ne farà esperienza per il proprio futuro.

Valutazione Pastorale

si tratta di una commedia che vorrebbe proporre un ritratto dell’Italia primi anni Cinquanta e, alla fine, istituire un parallelo con l’Italia, ben diversa, che si affaccia sul Duemila. La protagonista Lidia rap-presenta tutte le donne di quel periodo, con il contorno delle difficoltà di affermazione di sé stesse e di una ostacolata conciliazione tra vita familiare e vita sociale. Nessuno vuole negare l’esistenza dei problemi prospettati, ed anche la ricostruzione ambientale è fatta con attenzione e sensibilità. Ciò che non funziona è il taglio esplicitamente a tesi del film, quel suo voler mettere i buoni da una parte e i cattivi dall’altra e su questo manicheismo, pretendere di costruire una storia addirittura attendibile o coinvolgente. Niente di tutto questo, perchè il film rimane invischiato nella retorica e nella prevedibilità ed anche dal punto di vista pastorale le situazioni e i personaggi restano mol-to discutibili. Utilizzazione: un film italiano molto debole, la cui utilizzazione in program-mazione ordinaria è da ritenersi dubbia. In altre circostanze, può essere uti-lizzato come ritratto, sia pure con i limiti sopra indicati, dell’Italia anni Cin-quanta.

Le altre valutazioni

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