LA NOTTE E IL MOMENTO

Valutazione
Inaccettabile, Licenzioso
Tematica
Genere
Commedia
Regia
Anna Maria Tatò
Durata
90'
Anno di uscita
1995
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
LA NUIT ET LE MOMENT
Distribuzione
Cecchi Gori Group
Soggetto e Sceneggiatura
Jean Claude Carriere, Anna Maria Tatò tratto dal romanzo "La nuit et le moment" di Crebillon Fils
Musiche
Ennio Morricone
Montaggio
Ruggero Mastroianni

Sogg.: tratto dal romanzo "La nuit et le moment" di Crebillon Fils - Scenegg.: Jean Claude Carriere, Anna Maria Tatò - Fotogr.: (panoramica/a colori) Giuseppe Rotunno - Mus.: Ennio Morricone - Montagg.: Ruggero Mastroianni - Dur.: 90' - Coproduz.: S.F.P. Cinema, Paris - Arthur Pictures, London - Cecchi Gori Group Tiger Cinematografica, Roma

Interpreti e ruoli

Willem Dafoe (Lo Scrittore), Lena Olin (La Marchesa), Miranda Richardson (Julie), Jean Claude Carriere (Il Governatore), Carole Richert (Armande), Christine Sireyzol, Guy Verame, Ivan Bacciocchi

Soggetto

in Francia, nel Settecento, uno scrittore galante viene ospitato da una ricca e seducente marchesa nel suo castello. La notte egli si introduce nella stanza di lei ingaggiando un duello tra il verbale e l'amoroso, fatto di avance ma soprattutto di ricordi. Imprigionato per condotta moralmente riprovevole, egli si era trovato un'insolita compagna di carcere nella cella attigua, che con biglietti, l'invio di cibi e addirittura di giovani donne, voleva provarne la fede amorosa. Il gioco della "mosca cieca" in giardino gli ha permesso poi di sedurre Armande, una prosperosa giovane tanto disponibile quanto noiosa, a suo dire. La schermaglia procede con tentativi di seduzione del cicisbeo che la marchesa respinge con sempre minor decisione. Lo scrittore ricorda anche la minuziosa descrizione, con dimostrazione figurata, della vecchia tortura dei ceppi fattagli dal sadico e cortese governatore del carcere. Ma il ricordo dei cunei e della descrizione delle ossa che si frantumano cede il posto al meno cruento ma infuocato pomeriggio estivo in cui la bella Julie, fattasi trovare discinta su un divano, viene convinta dallo scrittore, con una minuziosa prova pratica, che la teoria dei fisici sull'indebolimento delle energie virili, dovuto al caldo, presenta delle consistenti falle. I racconti dell'uomo infiammano la marchesa che narra a sua volta di quando scambiò i suoi vestiti con una ballerina dell'opera per essere sedotta da un uomo che l'appassionava e che la pagò credendola l'altra. Al che lo scrittore le rivela che colui, suo amico, sapeva invece benissimo chi stava seducendo. La marchesa, dopo aver finalmente ceduto alle richieste del seduttore, gli rivela di esser lei la sconosciuta vicina di cella che saputo della sua prigionia, aveva costretto il governatore suo amico a metterla in carcere accanto a lui.

Valutazione Pastorale

sembra che il romanzo da cui è tratto il film sia "un capolavoro" della letteratura erotica. Quello che è certo, è che questo tediosissimo e leziosissimo film di Anna Maria Tatò è un "capolavoro" di noia. Ascoltare gli sproloqui baroccheggianti e estenuanti dei due protagonisti diventa un vero strazio. E poi, tranne per la Olin, che ha perlomeno "le fisique du rôle", vedere Willem Dafoe impegnato in vestaglia da cicisbeo a farsi passare per un dongiovanni irresistibile con graziose donne è troppo, anche in una dimensione che privilegia l'immaginario ed il fantastico come il cinema. Non che la scelta di un attore più seducente risolverebbe i problemi pastorali suscitati dal film, che pur non scadendo quasi mai nella pornografia, ha tuttavia quella mancanza assoluta di moralità che costituisce l'aspetto più grave di questa opera basata sull'erotismo patinato di certa letteratura. Il tutto in un incolore insieme di suoni pseudo barocchi orchestrati da Ennio Morricone.

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