La ragazza ha volato

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Aborto, Adolescenza, Donna, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Scuola, Violenza
Genere
Drammatico
Regia
Wilma Labate
Durata
93'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Italia/Slovenia
Titolo Originale
La ragazza ha volato
Distribuzione
Adler Entertainment
Soggetto e Sceneggiatura
Damiano e Fabio D'Innocenzo, Wilma Labate
Fotografia
Sandro Chessa
Musiche
Stefano Ratchev e Mattia Carratello
Montaggio
Mario Marrone
Produzione
Tralab srl con Rai Cinema, coprodotto con Nightswim e Staragara Institut (Slovenia, con il supporto di Friuli Venezia Giulia Film Commission e MiC

Interpreti e ruoli

Alma Noce (Nadia), Luka Zunic (Brando), Rossana Mortara (La madre), Massimo Somaglino (Il Padre), Livia Rossi (Manuela)

Soggetto

Trieste, oggi. Nadia è un’adolescente come tante: frequenta il terzo anno dell’Istituto alberghiero con buoni risultati, vive in una famiglia “normale” (padre, madre e una sorella più grande che abita per conto suo), non ha amiche ed è piuttosto taciturna. L’incontro con un ragazzo in un bar cambierà tutto…

Valutazione Pastorale

Ideato e sceneggiato dai fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo (registi vincitori dell’Orso d’Argento a Berlino 2020 per la sceneggiatura “Favolacce”) con Wilma Labate che ne firma la regia, “La ragazza ha volato” è stato presentato a Venezia78 nella sezione Orizzonti Extra e a giungo 2022 esce nella sale italiane. Il film racconta la storia della giovanissima Nadia (quasi diciassettenne, come tiene a precisare lei stessa) nella grigia e ventosa Trieste dei nostri giorni. Introversa e poco loquace la ragazza frequenta con profitto l’Istituto Alberghiero. La sua vita scorre monotona tra scuola e casa, non ha interessi particolari né amici. Nadia vive in una famiglia “normale”: padre, madre e la sorella più grande, Manuela (Livia Rossi), che vive per conto suo. Un giorno, in un bar, incontra Brando, di qualche anno più grande, che lavora saltuariamente in un’officina. Il giovane la invita a casa dello zio e la ragazza lo segue. Qui le userà violenza minacciandola di ritorsioni nel caso pensasse a una qualche forma di denuncia. Nadia torna a casa e si siede a tavola consumando il pasto in silenzio come d’abitudine nella sua famiglia, dove il dialogo si limita alle essenziali comunicazioni di servizio. Non è mancanza di amore o interesse, forse è solo incapacità di esprimerlo. Quando la giovane scopre di essere incita, corre dalla sorella e lì, confidandosi solo in parte (dirà di non sapere chi è il padre del bambino), scoppierà (finalmente, verrebbe da dire) in un pianto liberatorio. La reazione dei genitori è perfettamente in linea con lo stile familiare: contenuta. A tavola, tra un boccone e l’altro, il padre rimette alle donne la soluzione del problema: “con un intervento che sia in tempi accettabili, massimo la prossima settimana”. Ma Nadia sceglie diversamente, sceglie di tenere il bambino. Determinata e seria porta aventi la gravidanza: a scuola, dove le troppe assenze fatte minacciano di farle perdere l’anno, al corso di preparazione al parto, e infine in ospedale dove, di notte, si recherà da sola in autobus. Passa qualche anno, Nadia lavora in una lavanderia, quando torna a casa, stanca, apre la porta, trova il suo bambino con in nonni e, per la prima volta, sorride. “È una storia fatta di personaggi – racconta Wilma Labate – che subiscono la vita nel disordine e l’inerzia. Nadia è una ragazzetta attraente che si muove nel grigiore, con una famiglia affettuosa ma immobile nel destino della periferia, non degradata, solo difficile e sciatta. È ambientata a Trieste, ma la storia è universale e potrebbe essere ambientata in qualsiasi città, grande o piccola, italiana o estera. In conclusione: la vita è molto più contraddittoria della finzione. Nessuno spazio per il giudizio." La regia, sobria ed essenziale, della Labate si concentra tutta su Nadia, sul suo corpo, sul viso, sui movimenti: è lei la protagonista assoluta, tutti gli altri, Trieste compresa, sono solo uno sfondo opaco e immobile. Solitaria, di poche parole, trascina le sue giornate in una routine grigia e senza prospettive: la sua scelta, per molti incomprensibile, potrebbe rivelarsi l’unica in grado di aprirle una prospettiva diversa. Da sottolineare la convincente interpretazione della giovane Alma Noce (vista nella serie Tv “L’isola di Pietro”, 2017-2019) nel ruolo di Nadia. Dal punto di vista pastorale il film “La ragazza ha volato” è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni. In presenza di minori è bene prevedere l’accompagnamento di adulti ed educatori che aiutino a contestualizzare i temi in campo.

Le altre valutazioni

Sfoglia l'archivo
Ricerca Film - SerieTv
Ricerca Film - SerieTV