LA SORGENTE DEL FIUME

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti***
Tematica
Conflitti etnici, Guerra, Libertà, Musica, Rapporto tra culture
Genere
Drammatico
Regia
Theodoros Angelopoulos
Durata
150'
Anno di uscita
2004
Nazionalità
Francia, Grecia, Italia
Titolo Originale
Trilogia: to livadi pou dacris
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Theodoros Angelopoulos con la collaborazione di Tonino Guerra, Petros Markaris Theodoros Angelopoulos
Musiche
Helene Karaindrou
Montaggio
Giorgios Triantafyllon

Orig.: Grecia/Italia/Francia (2003) - Sogg.: Theodoros Angelopoulos - Scenegg.: Theodoros Angelopoulos con la collaborazione di Tonino Guerra, Petros Markaris - Fotogr.(Panoramica/a colori): Andreas Sinanos - Mus.: Helene Karaindrou - Montagg.: Giorgios Triantafyllon - Dur.: 150' - Produz.: Amedeo Pagani, Theodoros Angelopoulos.

Interpreti e ruoli

Alexandra Aidini (Heleni), Nikos Poursanidis (Alexis), Giorgios Armenis (Nikos), Vassilis Kolovos (Spiros), Eva Kotamanidou . (Cassandra)

Soggetto

Dalla fuga dei greci da Odessa fino al golfo di Salonicco nel 1919 alla conclusione nel 1945 della seconda guerra mondiale. Nell'arco di poco più di venti anni, ecco le traversie cui sono sottoposti due profughi greco-russi, colti all'inizio da adolescenti (quando lei partorisce due gemelli) e poi costretti a vivere nell'ansia della persecuzione, della fuga, della guerra. Lui suona la fisarmonica ma è difficile lavorare in una situazione in cui i momenti belli per fare musica sono quasi scomparsi. Quando si prospetta la possibilità di una tournée in America, lui decide di partire. Da New York nel 1937 scrive alla moglie che anche lì è difficile sistemarsi e che non riesce a farla arrivare. Intanto i due figli, ormai grandi, si trovano in battaglia su schieramenti opposti. Il 31 marzo 1945 arriva una lettera di lui da Okinawa: si è arruolato per diventare cittadino americano ed ora è impegnato da cui non sa se uscirà vivo. Heleni si lascia andare ad un pianto disperato.

Valutazione Pastorale

Per Angelopoulos il film è il corrispettivo dei grandi poemi dell'antichità. Così il suo cinema ha le cadenze di una poesia costruita su endecasillabi di struggente armonia drammatica; e il respiro del romanzo di formazione, quello che scava nelle fratture di un'epoca e cerca di recuperarne un impossibile equilibrio. Questo "La sorgente del fiume" é dunque il primo di una trilogia "con cui -dice il regista- voglio raccontare il secolo appena passato, quel Novecento costellato di guerre e di orrori, forse il periodo più insanguinato della storia dell'uomo". Forte pessimismo, subito stemperato da una precisazione: "Il nostro dovere di artisti é continuare a sognare e io ho voglia di farlo ancora". Un racconto realistico dunque e allo stesso tempo fortemente onirico, perchè adagiato nelle pieghe di una Storia che è sopratutto scontro di grande Amore e di grande Dolore. Da sempre dotato di finissime capacità pittoriche e compositive, anche in questo caso il cinema di Angelopoulos si apre a scorci di intenso lirismo, secondo uno stile visionario che affida la costruzione della vicenda a segni quasi dimenticati come il piano-sequenza o lo zoom. Ne deriva una forza evocativa di alta compostezza morale. Forse la speranza in un mondo migliore non è del tutto accesa nel regista greco, ma è indubbia la sua intenzione di disegnare struggenti allegorie sulla verità dei sentimenti e degli affetti che guerre e violenza cercano di cancellare dalla vita umana. In attesa degli altri episodi, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. La sua lunghezza (150') e il suo stile particolare lo indicano per proiezioni mirate, con possibilità di avviare riflessioni sull'incontro tra forma espressiva e contenuto, ossia su un cinema che é storia, e che insieme costruisce la storia, scavandola dal di dentro.

Le altre valutazioni

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