LA STORIA DEL CAMMELLO CHE PIANGE

Valutazione
Raccomandabile, poetico
Tematica
Animali, Famiglia, Film per ragazzi, Rapporto tra culture
Genere
Documentario narrativo
Regia
Byambasuren Davaa, Luigi Falorni
Durata
90'
Anno di uscita
2005
Nazionalità
Germania
Titolo Originale
Die geschichte vom weinenden kamel
Distribuzione
Fandango
Musiche
Marcel Renz, Marc Riedinger, Choigiw Sangidorj
Montaggio
Anja Phol

Orig.: Germania (2003) - Sogg. e scenegg.: Byambasuren Davaa, Luigi Falorni - Fotogr.(Panoramica/a colori): Luigi Falorni - Mus.: Marcel Renz, Marc Riedinger, Choigiw Sangidorj - Montagg.: Anja Phol - Dur.: 90' - Produz.: Tobias Siebert.

Interpreti e ruoli

Janchiv Ayurzana (Janchiv), Chimed Ohin (Chimed), Amgaabazar Gonson (Amgaa), Ikhbayar Amgaabazar (Ikchee), Zeveljamz Nyam (Zevel), Enkhbulgan Ikhbayar (Dude), Uuganbaatar Ikhbayar . (Ugna)

Soggetto

Deserto di Gobi, primavera 2002. Come ogni anno, é arrivato il momento in cui le cammelle partoriscono i loro piccoli, sotto l'attenta sorveglianza dei pastori che, in ampio nucleo familiare, trascorrono il periodo in quella zona. Un neonato viene alla luce con fatica e grazie all'intervento dei pastori. Quando il cucciolo riesca a stare in piedi, la madre, inaspettatamente ma forse perché traumatizzata dalle difficoltà e dal dolore affrontati, non lo riconosce e rifiuta di dargli il latte. La situazione si fa difficile, quando il nonno, ricordando un'antica tradizione, invia il nipote e il fratellino di lui nella vicina città a contattare un musicista. L'uomo arriva, intona una particolare musica, che commuove il cammello. Lacrime grosse sgorgano dagli occhi dell'animale, che ora accoglie il figlio prima rifiutato. Anche la famiglia si mette a cantare in coro.

Valutazione Pastorale

Il genere viene indicato come "documentario narrativo" per restare opportunamente fedeli a quanto indicato da uno dei due registi, l'italiano Luigi Falorni. I due aspetti, va detto, ci sono e si integrano alla perfezione in una sorta di armonia 'alta' che scaturisce dalla capacità di raccontare una storia, calandola nella 'non finzione' del contorno. E' stata necessaria una lunga attesa prima che si verificassero, in modo del tutto naturale, le situazioni che la m.d.p. ha poi registrato con pazienza e delicatezza. Oltre ad un occhio attento e rispettoso gettato sul momento più bello anche nel mondo animale (la nascita), sulle conseguenze tra dolore e gioia, sul pianto spontaneo mai visto prima, una parte ugualmente importante della storia riguarda il nucleo familiare che assiste. Anche qui lo sguardo dei registi ha un'introspezione antropologica di grande impatto. Si parla di tradizioni, di passaggi generazionali, di ruolo dei nonni, delle fiabe raccontate e ora sostituite dalla televisione. Un film di grande ricchezza, denso di suggestioni che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come raccomandabile, e senz'altro poetico. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre in molte occasioni, anche in contesti didattici e scolastici.

Le altre valutazioni

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