LA TERRA DEGLI UOMINI ROSSI – Birdwatchers

Valutazione
Accettabile, Problematico
Tematica
Conflitti etnici, Politica-Società, Povertà-Emarginazione
Genere
Drammatico
Regia
Marco Bechis
Durata
108'
Anno di uscita
2008
Nazionalità
Italia
Distribuzione
01 Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Marco Bechis, Luiz Bologgnesi con la collaborazione di Lara Fremder Marco Bechis
Musiche
Andrea Guerra
Montaggio
Jacopo Quadri

Orig.: Italia (2008) - Sogg.: Marco Bechis - Scenegg.: Marco Bechis, Luiz Bologgnesi con la collaborazione di Lara Fremder - Fotogr.(Scope/a colori): Hélcio Alemao Nagamine - Mus.: Andrea Guerra - Montagg.: Jacopo Quadri - Dur.: 108' - Produz.: Amedeo Pagani, Marco Bechis, Fabiano Gullane, Caio Gullane.

Interpreti e ruoli

Abrisio Da Silva Pedro (Osvaldo), Alicelia Batista Cabreira (Lia), Ademilson Concianza Verga (Ireneu), Ambrosio Vilhalva (Nadio), Claudio Santamaria (lo spaventapasseri), Matheus Nachtergaele (Dimas), Fabiane Pereira Da Silva (Maria), Chiara Caselli (la fazendeira), Leonardo Medeiros (il fazendeiro), Nelson Concianza (lo sciamano), Poli Fernandez Souza (Tito), Eliane Juca Da Silva (Mami), Ineia Arce Goncalves . (la cameriera)

Soggetto

Brasile, regione del Mato Grosso do Sul, oggi. Mentre i fazendeiro gestiscono con poca fatica campi di coltivazioni che si perdono a vista d'occhio e passano le sere insieme ai turisti venuti a guardare gli uccelli esotici, ai limiti delle loro prorietà vivono precariamente gli indio che di quelle terre si considerano i legittimi abitanti. Quando alcuni giovani si suicidano, vittime della depressione per mancanza di prospettive, l'indio Nadio con uno sciamano e un gruppo di Guarani-Kaiowa si accampa ai confine di un territorio per reclamare la restituzione delle terre. Tra le due fazioni nascono forti attriti, mentre il giovane apprendista sciamano Osvaldo ha una relazione con la coetanea figlia del fazendeiro. Ottenere cambiamenti è difficile, e servono ancora vittime sacrificali.

Valutazione Pastorale

Nato a Santiago del Cile da madre cilena e padre italiano, cresciuto a San Paolo e a Buenos Aires, Marco Bechis conosce a fondo quelle lontane realtà sudamericane. Lì ha ambientato e diretto "Alambrado" (1991), "Garage Olimpo" (1999), "Hijos-Figli" (2001). Nel Brasile resta anche in questa occasione per ricordarci che esiste ancora uno scontro forte tra 'nativi' e 'bianchi' di fronte alla terra, luogo di nascita e fonte di sostentamento. Il copione va dritto al cuore di un problema che significa recupero di diritti naturali e denuncia di uno sfruttamento durato troppo a lungo. Facendo 'recitare' alcuni autentici indios nel ruolo di se stessi, Bechis infonde verità alla vicenda ma non riesce ad evitare che la commistione tra realismo, finzione, drammaturgia e melodramma faccia un po' da freno alla vivacità dell'immagine. Le nobili intenzioni antropologiche si disperdono in un film che risulta alla fine vecchiotto e fuori tempo. Dal punto di vista pastorale, resta comunque da valutare come accettabile e senz'altro problematico.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e recuperato come occasione di confronto con la situazione del grande paese sudamericano.

Le altre valutazioni

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