Orig.: Italia (2014) - Sogg. e scenegg.: Renato De Maria, Aldo Nove dal romanzo omonimo di Aldo Nove - Fotogr.(Panoramica/a colori): Daniele Ciprì - Mus.: Producers (Riccardo Sinigallia, Vittorio Cosma, Gianni Maroccolo, Max Casacci) - Montagg.: Jacopo Quadri - Dur.: 85' - Produz.: Gianluca De Marchi e Fabio Mazzoni per Filmvision - 71^ Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, La Biennale di Venezia 2014, Sezione Orizzonti in concorso.
Interpreti e ruoli
Clément Métayer (Andrea), Isabella Ferrari (voce narrante), Roberto De Francesco, Andrea Renzi, Iaia Forte, Anita Kravos, Eva Riccobono, Valentina Reggio ., Vittoria Schisano, Valentina Bellé, Duccio Camerini, Fausto Paravidino
Soggetto
Prima l'annuncio della malattia incurabile della madre, poi la morte improvvisa del padre: prostrato da questi eventi, Andrea, poeta adolescente, rinuncia a frequentare l'università e si chiude nella sua stanza. Ossessionato dai versi del suo poeta preferito, George Trackl, decide di suicidarsi proprio come lui, con 17 grammi di cocaina. Si procura la droga, si prepara alla morte ,a invece sopravvive, cadendo preda di immagini surreali e di un gorgo erotico che gli esplode dentro. Due giorni e due notti per cercare il senso profondo della propria vita ormai oscena.
Valutazione Pastorale
"Ho scelto di fare un film dal romanzo omonimo autobiografico di Aldo Nove perché, dopo averlo letto, sono stato attratto dalla possibilità di raccontare una sorta di odissea pop. La fragile figura adolescenziale di Andrea viaggia in un mondo deforme, onirico, colorato, vicino alla grafica del fumetto, poetico e spettacolare insieme". Le buone intenzioni sono importanti e l'ispirazione di un autore merita sempre la giusta attenzione. Detto questo, si constata che la messa in scena si muove con affanno in un vuoto pneumatico di inerzia e spazi vuoti. Che le allucinazioni del protagonista sono l'esatto corrispettivo di una totale assenza di logica e di concretezza. La disperazione per i lutti sa di posticcio, e il vuoto di elaborazione affidato all'esaltazione di un erotismo asfittico e ripetitivo sa di esercizio stilistico stucchevole e fine a se stesso. Il risultato è un film del tutto mancato, incentrato davvero (come indica lo stesso Nove) su una totale "precarietà delle immagini" che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come futile e generalmente superficiale.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in occasioni mirate finalizzata alla proposta di un prodotto italiano di tono alquanto cerebrale e autoriale. Attenzione è da tenere per un pubblico di minori anche in vista di passaggi televisivi e di uso di dvd e di altri supporti tecnici.