L’ABBIAMO FATTA GROSSA

Valutazione
Consigliabile, superficialità
Tematica
Avidità, Denaro, Giustizia
Genere
Commedia
Regia
Carlo Verdone
Durata
112'
Anno di uscita
2016
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Filmauro
Musiche
Andrea Farri
Montaggio
Claudio Di Mauro

Orig.: Italia (2016) - Sogg. e scenegg.: Carlo Verdone, Pasquale Plastino, Massimo Gaudioso - Fotogr.(Scope/a colori): Arnaldo Catinari - Mus.: Andrea Farri - Montagg.: Claudio Di Mauro - Dur.: 112' - Produz.: Aurelio De Laurentiis & Luigi De Laurentiis.

Interpreti e ruoli

Carlo Verdone (Arturo Merlino), Antonio Albanese (Yuri Pelagatti), Anna Kasyan (Lena), Francesca Fiume (Giorgia), Clotilde Sabatino (Carla), Virginia Da Brescia (zia Elide), Federico Ceci. (avvocato Franciosa), Massimo Popolizio (l'onorevole)

Soggetto

A Roma, oggi. Il detective privato Arturo Merlino riceve la visita di Yuri Pelagatti attore di teatro precario, in difficoltà per un esaurimento nervoso dovuto al naufragio del suo matrimonio. Durante l’incontro Pelagatti chiede a Merlino di sorvegliare la moglie e il suo nuovo compagno per avere le prove del tradimento. Ma uno scambio di persona innesca una catena di equivoci difficili da sbrogliare...

Valutazione Pastorale

Per Carlo Verdone è il film numero venticinque di una carriera iniziata nell'ormai lontano 1979 con "Un sacco bello". Date e riferimenti si impongono come inevitabili, perché Verdone è da tempo un testimone del nostro quotidiano e della nostra Storia. “La vicenda –precisa infatti- nasce dall'esigenza di fare un film differente dai miei ultimi, nei quali il fulcro del racconto era rappresentato dai rapporti generazionali o all'interno della famiglia. Sentivo il bisogno di staccarmi dal problema sociale (almeno in parte) e di dare più spazio alla fantasia, partendo dalle figure dei due protagonisti (...) Per troppi anni ho interpretato personaggi borghesi in giacca e cravatta. Questa volta il mio detective non è proprio un proletario ma certamente di borghese non ha nulla". La commedia leggera, che racconta in modo diretto e scanzonato speranze e problemi di alcuni prototipi della nostra società contemporanea resta il riferimento principale di Verdone. Se ripensiamo a titoli quali 'Bianco rosso e Verdone', 1981; 'Compagni di scuola', 1988; 'Maledetto il giorno che t'ho incontrato', 1991; fino a 'Sotto una buona stella' 2014, capiamo meglio che la carriera di Carlo Verdone va avanti ormai nel segno di una continua, puntigliosa, osservazione di usi, abitudini e costumi nazionali, vizi e virtù esaltati e messi alla berlina in una continua alternanza tra equivoci, beffe, ironia e sarcasmo, sempre col proposito di aiutare a migliorare i difetti e le storture. Si può semmai osservare che l'esigenza di cambiare e insieme di restare 'dentro' la cronaca lo porta a rifugiarsi, in sede di scrittura, in qualche scompenso descrittivo e linguistico. Si pensa alla insistenza non sempre necessaria su espressioni volgari e all'approccio, non nuovo a dire il vero, con figure ecclesiali viste sempre in situazioni imbarazzanti e di scadente umorismo. Sono passaggi forse evitabili, che avrebbero restituito un copione più compatto in grado di fotografare con più incisività la vita di due personaggi soli e incerti nella confusa, attuale modernità. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, per il suo tono brillante e scanzonato, ma segnalando la superficialità nell'approcciare alcune situazione e taluni caratteri.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come ritratto delle difficoltà odierne nella ricerca di un equilibrio tra lavoro, famiglia, amicizie, problemi sociali e gestione della cosa pubblica.

Le altre valutazioni

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