L’ACCOMPAGNATRICE ***

Valutazione
Complesso, Discutibile, dibattiti
Tematica
Donna, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Claude Miller
Durata
111'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
L'ACCOMPAGNATRICE
Distribuzione
Columbia Tri Star Films Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Claude Miller, Luc Beraud liberamente tratto dal romanzo di Nina Berberova
Musiche
Alain Jomy
Montaggio
Albert Jurgenson

Sogg.: liberamente tratto dal romanzo di Nina Berberova - Scenegg.: Claude Miller, Luc Beraud - Fotogr.: (panoramica/a colori) Yves Angelo - Mus.: Alain Jomy - Montagg.: Albert Jurgenson - Dur.: 111' - Produz.: Film Par Film, Les Films de la Boissiere, Orly Film, France 3 Cinema, Sedif.

Interpreti e ruoli

Richard Bohringer (Charles Brice), Elena Safonova (Irene Brice), Romane Bohringer (Sophie Vasseur), Claude Rich (Jacques Faber), Samuel Labarthe (Benoit Weizman), Julien Rassam, Bernard Varley, Nelly Borgeaud, Niels Dubost, Sacha Briquet

Soggetto

nel 1942 Sophie Vasseur, giovane pianista disoccupata, vive a Parigi, occupata dai nazisti, avendo un rapporto assai teso con la madre, insegnante di piano. La sua scialba e trasandata esistenza viene un giorno sconvolta dall’incontro con la giovane, bella, ambiziosa e già affermata cantante Irene Brice, che ascoltatala, la assume come accompagnatrice per i suoi concerti. Irene è sposata a Charles, commerciante affermato che fa vivere Irene nel lusso riuscendo a barcamenarsi tra occupanti e compatrioti e a realizzare cospicui introiti grazie alle sue molteplici relazioni. Sophie , che piano piano, affascinata dalla sicurezza e dalla personalità di Irene, è morbosamente interessata a tutto ciò che la riguarda, ne scopre per caso la relazione col giovane Jacques Fabert. Frattanto i Brice per il peggiorare della situazione dopo un concerto a Vichy, dove ignoti devastano la loro stanza d’albergo, decidono di fuggire a Londra, via Lisbona. Sul treno dapprima e in nave Sophie incontra due giovani, che tentano, invano, di sedurla. Il primo pesantemente, il secondo, Benoit Weizman, un giovane gaullista ebreo, con intenzioni più serie. Ma in entrambi i casi Irene, gelosa della sua protetta, che ella plagia ormai suo piacere, manda a monte ogni cosa. A Londra i Brice vengono arrestati per presunto collaborazionismo, ma l’intervento di Jacques, sollecitato segretamente da Irene, li libera. Mentre la cantante colleziona un successo dopo l’altro, l’accompagnatrice ne diviene sempre più l’ombra, fisica (la pedina addirittura nei suoi incontri furtivi con l’amante) e psicologica. Charles, che sa della relazione di Irene ma ne è come stregato non regge più alla tensione e dall’amarezza e si toglie la vita. Tornata a Parigi Sophie, alla stazione, incontra Benoit, ferito di guerra, che ha sposato un’altra. Irene sposerà invece Charles e andrà con lui in America, lasciando la ragazza più sola e frustrata che mai.

Valutazione Pastorale

Con questa 'accompagnatrice' di Claude Miller dobbiamo dire che nel film sono profuse quelle doti di finezza psicologica, gusto nell'ambientazione, sapiente montaggio, recitazione impeccabile di tutti gli interpreti che fanno di questo lavoro un’opera d’arte. La timida e sensibile pianista affascinata dalla personalità inaccessibile ed accattivante della cantante è disegnata dalla giovane Romane Bohringer con un'interpretazione per molto aspetti memorabile per aderenza e misura. Aiutata da un aspetto quanto mai consono al personaggio, la ragazza sciorina una gamma di sorrisi trattenuti, di disappunti mal celati, di frustrazioni represse e di muta adorazione della dea-padrona. La Safonova e Bohringer padre non sono certo da scoprire come interpreti di alta classe, ma tutti, dal giovane Julien Rassam (Benoit) a Samuel Labarthe (Jacques) si muovono con assoluta naturalezza, aiutati da una regia ed una sceneggiatura che, pur prendendo spunto da un romanzo, danno l'impressione non di creare le sequenze, ma di essere come 'incalzati' da esse. Colpisce la sobrietà di accenni alla situazione storico-politica in cui è immersa la vicenda. Una presenza sottolineata con parsimonia, ma con straordinaria intensità di immagini; si vedano i brevi flash sui bombardamenti e le deportazioni, con brevi lampi di Hitler e gerarchi, mentre la colonna sonora dipana il Sanctus dal Requiem mozartiano durante il concerto di Vichy, o la sequenza, memorabile, del caccia nazista che come un rapace si getta in continue picchiate, mitragliando, sul mercantile che traghetta i profughi a Londra. Purtroppo il suicidio di Charles e la sostanza della vicenda, in cui le piccole tragedie personali sono inserite in una tragedia ben più grande, motivano la valutazione.

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