LADRI DI CINEMA

Valutazione
Accettabile-riserve, Semplicistico
Tematica
Genere
Surreale
Regia
Piero Natoli
Durata
100'
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
LADRI DI CINEMA
Distribuzione
Istituto Luce
Soggetto e Sceneggiatura
Piero Natoli
Musiche
Luigi Ceccarelli
Montaggio
Mimmo Varone

Sogg. e Scenegg.: Piero Natoli - Fotogr.: (panoramica/ a colori) Carlo Cerchio - Mus.: Luigi Ceccarelli - Montagg.: Mimmo Varone - Dur.: 100' - Produz.: Azione Cinematografica

Interpreti e ruoli

Piero Natoli (Mercurio), Joanna Chatton (Josephine), Carlotta Natoli (Carlotta), Vera Gemma (Paola), Valerio Mastandrea (Valerio), Neri Marcorè (Marco), Claudia Poggiani (Claudia), Mario De Candia, Pier Francesco Aiello, Elena Cantarone, Alessandra Bonarota, Antonio Cecchi.

Soggetto

Mercurio, regista indipendente, tenacemente insiste con la Mantide Film, perchè distribuisca un suo lavoro. Ma il presidente Balestra è inavvicinabile: le telefonate a vuoto sono innumerevoli e i giorni passano inutilmente. Contattato infine il dottor Aristide, assistente del produttore (cui nei fatti preme soltanto l'importazione di film americani) e quasi alle "soglie" di un contratto, perchè il prodotto è meritevole (in realtà nè Balestra, nè Aristide hanno visto il film), Mercurio viene consigliato da costui di effettuare una proiezione del suo film a Cannes durante l'annuale Festival. Qui il regista incontra una giovane franco-svedese, Josephine, che risulta essere l'unico spettatore nella sala noleggiata e la ospita nel suo pullmino (lei sembra affascinata da quel tipo maturo e interessato al proprio lavoro). Il deluso Mercurio intanto gioca ma perde al Casinò, per cui vende l'automezzo, che però Josephine ricompra per lui. Trovato infine al telefono il fantomatico Balestra, costui umilia Mercurio e rifiuta di distribuire il suo film. Partito insieme a Josephine per Roma, qui Mercurio medita la vendetta. Organizzati come un "commando incursore" Paola, Valerio, Marco e Carlotta, i giovani svelti e intelligenti della propria troupe e preceduto da una telefonata di autorizzazione di Aristide (ci ha pensato Marco alterando la voce di questi), un giorno all'alba Mercurio si presenta al magazzino di Balestra, simula il ritiro in prestito di alcune apparecchiature tecniche (questo il pretesto), ma di fatto preleva impudentemente il negativo di un film americano, che la Mantide sta per distribuire. La restituzione del materiale è un vero ricatto a Balestra e questi, in piena serata finale alla Mostra del Cinema di Venezia, annuncia tra gli applausi la prossima apertura in tutte le città capo-zona d'Italia di altrettante sale destinate ai film della giovane produzione italiana. Nello splendido cortile di Palazzo ducale Mercurio, i giovani e la bionda straniera assaporano le elettrizzanti gioie della vittoria.

Valutazione Pastorale

Piero Natoli ha fatto tutto lui: soggetto, sceneggiatura e regìa, oltre che interpretare il ruolo del tenacissimo Mercurio. Una commedia surreale da cui ovviamente trasuda la condizione drammatica di registi indipendenti e indebitati, di tecnici ed attori vaganti e disperati. Le telefonate, i dinieghi di persona, le mezze promesse e le illusioni non finiscono mai. Per cui il reduce da Cannes, organizza un bel ricatto per realizzare i suoi desideri. Il film di Natoli è al minimo. Migliore e non priva di qualche nota di freschezza la parte romana. Alcuni inserti sono destinati al lustro ed alla ufficialità (Cannes e Venezia 1993 e relativi personaggi). Interpretazione artigianale e film con situazioni surreali, attese ed auspici.

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