L’amica geniale. Storia del nuovo cognome

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Adolescenza, Amicizia, Amore-Sentimenti, Denaro, Dolore, Donna, Educazione, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Giustizia, Lavoro, Letteratura, Libertà, Matrimonio - coppia, Metafore del nostro tempo, Politica-Società, Povertà, Psicologia, Scuola, Solidarietà, Violenza
Genere
Drammatico, Sentimentale
Regia
Saverio Costanzo, Alice Rohrwacher
Durata
Stagione 2, 8 episodi da 50'
Anno di uscita
2020
Nazionalità
Italia, Stati Uniti
Titolo Originale
My Brilliant Friend. The Story of a New Name
Distribuzione
Rai Fiction
Soggetto e Sceneggiatura
Elena Ferrante, Francesco Piccolo, Laura Paolucci e Saverio Costanzo
Fotografia
Fabio Cianchetti, Hélène Louvart
Musiche
Max Richter
Montaggio
Francesca Calvelli, Carlotta Cristiani
Produzione
Lorenzo Mieli, Mario Gianani, Domenico Procacci, Guido De Laurentiis, Elena Recchia, Paolo Sorrentino, Jennifer Schuur, Laura Paolucci, Ludovica Rapisarda, Lucille Cristaldi, Luigi Mariniello, Sara Polese, Roberta Trovato, Beata Saboova. Casa di produzione: Fandango, The Apartment, Wildside, Rai Fiction, HBO Entertainment, Mowe, Umedia

La serie tv è in distribuzione sulla piattaforma RaiPlay

Interpreti e ruoli

Margherita Mazzucco (Elena "Lenù" Greco), Gaia Girace (Raffaella "Lila" Girace), Anna Rita Vitolo (Immacolata Greco), Luca Gallone (Vittorio Greco), Antonio Buonanno (Fernando Cerullo), Valentina Acca (Nunzia Cerullo), Gennaro De Stefano (Rino Cerullo), Giovanni Amura (Stefano Carracci), Federica Sollazzo (Pinuccia Carracci), Fabrizio Cottone (Alfonso Carracci), Eduardo Scarpetta (Pasquale Peluso), Francesca Pezzella (Carmela Peluso), Ulrike Migliaresi (Ada Cappuccio), Christian Giroso (Antonio Cappuccio), Francesco Serpico (Nino Sarratore), Miriam D’Angelo (Marisa Sarratore), Giovanni Buselli (Enzo Scanno), Alba Rohrwacher (Voce narrante), Dora Romano (Maestra Oliviero)

Soggetto

Napoli anni '60. Lenù punta tutto sullo studio, avendo compreso che quello è il solo modo per emergere dalla povertà del rione in cui vive. E il suo obiettivo è la Normale di Pisa. Chi vive invece una notte buia è Lila, quell’amica geniale che non è riuscita a studiare e per ribellarsi al suo destino immobile pensa di sposarsi “bene”; ma quel matrimonio visto come una scialuppa di salvataggio si tramuta in un incubo….

Valutazione Pastorale

“L’amica geniale. Storia del nuovo cognome” è il nuovo capitolo della serie Tv di Saverio Costanzo, adattamento del secondo volume della tetralogia best seller firmata da Elena Ferrante. Questa seconda stagione è stata messa in onda su Rai Uno dal 10 febbraio 2020 – 8 episodi in tutto, 4 prime serate – poco prima della programmazione Oltreoceano dal potente network HBO. Gli ascolti su Rai Uno sono stati pienamente convincenti, con un esordio iniziale sulla soglia del 30% di share e 7milioni di spettatori, passando poi a un leggero calo fisiologico nelle puntate successive, comunque sempre sui 6milioni. “L’amica geniale” annovera diversi primati: è anzitutto un prodotto culturale frutto di una grande cordata audiovisiva che vede in campo Wildside, Fandango, Rai, Fremantle e HBO; è poi una delle pochissime serie Tv nazionali capace di penetrare praterie televisive globali, a cominciare da quelle anglofone (le più difficili!) al pari de “Il Commissario Montalbano”, “Gomorra”, “The Young Pope” e “I Medici”. Nel contempo, però, è il racconto di un universo narrativo marcatamente italiano, radicato nella nostra storia e tessuto sociale, dotato di una forza espressiva così magnetica da agganciare qualsiasi tipo di pubblico, senza confini anagrafici e geografici. E in questo il merito non è solo del genio ideativo della Ferrante, ma anche dello sguardo di un cinema d’autore, quello di Saverio Costanzo, che in questa seconda stagione viene affiancato dalla talentuosa Alice Rohrwacher, uno sguardo che rifugge le convenzioni e punteggia il racconto con grande eleganza e poesia. La storia: Napoli anni '60. Lenù punta tutto sullo studio, avendo compreso che quello è il solo modo per emergere dalla povertà del rione in cui vive. E il suo obiettivo è la Normale di Pisa, sparigliando anche le carte sul destino di una donna nell’Italia del tempo, uscendo così dal sentiero della vita domestica come sola opzione ammessa. La cosa che l’affanna, però, è l’amore, che non arriva, che non si materializza come nei suoi sogni. Anzi, passa dall’incanto, dai baci onirici, a un realismo a tratti brutale. Chi vive invece una notte buia è Lila, quell’amica geniale che non è riuscita a studiare e per ribellarsi al suo destino immobile pensa di sposarsi “bene”; ma quel matrimonio visto come una scialuppa di salvataggio si tramuta in un incubo: Lila viene ripetutamente picchiata dal marito Stefano, che la ama di un amore bruciante, ma totalmente sbagliato, brutale: non sentendosi ricambiato, cerca prima di conquistarla con i regali e poi con le mani, con violenze soffocanti. Lila non si piega, morde la vita, il più delle volte rabbiosamente, ma non si arrende al suo domani da preda…. Quanto sono brave le due giovani adolescenti che impersonano Lila e Lenù, ovvero Gaia Girace e Margherita Mazzucco. Due esordienti che hanno vestito, quasi vissuto, con grande autenticità i personaggi creati dalla Ferrante. In questa seconda stagione le sfumature che mettono in campo sono così tante e variegate, da andare ben oltre la loro età anagrafica. La condizione della donna è probabilmente il perno narrativo di questa seconda stagione de “L’amica geniale”. Lila e Lenù sono ormai donne, in un’Italia degli anni Sessanta, non disposte ad accettare lo stesso destino delle loro madri, che percepiscono così smarrite e frustrare. Vinte. Loro sono non si accontentano, vogliono qualcosa di più, di diverso. Nel racconto entra con forza il tema della violenza domestica, con una carica di grande attualità, in tempi odierni segnati da tanti insopportabili casi di femminicidio. Efficace, agghiacciante, è la visualizzazione della violenza che mostra il regista Costanzo: nel primo episodio, Lila e il marito Stefano sono in viaggio di nozze; Lila è in bagno, non riesce a entrare in camera da letto, perché delusa e bloccata, e allora Stefano si palesa dietro la finestra a vetri del bagno apparendo con un volto alterato, deformato, quasi da orco, che lascia presagire un male incombente. E così accade, più e più volte. A uscirne del tutto malconcio dalla serie è dunque l’universo maschile. Un po’ tutti i personaggi a ben vedere sono deboli e vacui: Stefano, seppure spavaldo e violento, è imprigionato nell’ossessione amorosa per Lila e senza di lei si sente fragile, frignando come un bambino cui è stato portato via un giocattolo; Nino (Francesco Serpico), poi, il promettente universitario e giornalista che è ammirato dalle due amiche, rischia di perdersi dietro abbaglianti passioni. E poi ci sono quelli ancora più grandi, i padri, che sbiadiscono per assenza o perché infimi. Oltre a uno scandagliare il fermento esistenziale delle due giovani e in generale del tessuto sociale del Paese, anche nella contrapposizione tra centro-periferia – la disperata durezza della madre di Lenù e lo sguardo lucido della professoressa borghese, che invita la ragazza a non arrendersi –, “L’amica geniale” è un racconto che conquista anche per una bellezza narrativa fuori dal comune, con una fotografia e una regia di grande fascino e stile, cui il compositore Max Richter imprime ulteriore pathos dando con le musiche trasporto e sconvolgimento insieme. Dal punto di vista pastorale “L’amica geniale. Storia del nuovo cognome” è consigliabile, problematica e adatta per dibattiti.

Utilizzazione

Serie indicata per un pubblico adulto e per adolescenti accompagnati da genitori-educatori, in grado di mediare nella comprensione dei temi e del contesto storico in campo.

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