
Orig.: Svezia (2004) - Sogg. e scenegg.: Maria Blom - Fotogr. (Panoramica/a colori): Peter Mokrosinski - Mus.: Anders Nygards - Montagg.: Petra Ahlin, Michal Leszczylowski - Dur.: 94' - Produz.: Lars Jonsson.
Interpreti e ruoli
Sofia Helin (Mia), Kajsa Ernst (Eva), Ann Petren (Gunilla), Barbra Enberg (Barbra), Lars G. Aronsson (Ingvar), Joakim Lindbland (Jan Olov), Peter Jankert (Tommy), Inga Alenius (Anna), Willie Andreason (Calle), Alf Nilsson . (Tore)
Soggetto
Da Stoccolma, dove vive e lavora con successo, Mia, 30 anni, torna nella cittadina natale: si festeggiano i 70 anni del padre. Qui, oltre ai genitori, ritrova il resto della famiglia, in primo luogo le due sorelle maggiori, una sposata con figli, l'altra nubile. Basta poco perché Mia venga riassorbita in pieno dalle imprevedibili dinamiche non solo familiari ma anche di amici e conoscenti. Tutti hanno non pochi problemi da mettere in campo, e ognuno sembra invidiare Mia perchè é riuscita ad andare a vivere una vita nuova nella capitale. Quando la festa di compleanno é in corso, Mia accusa dei malesseri: é incinta e confida di voler abortire. Poco dopo la sorella Eva si sente male e muore per un attacco cardiaco. Dopo il funerale, Mia decide di tornare in città, forse più confusa di prima.
Valutazione Pastorale
Si tratta di una produzione svedese premiata in vari festival e candidata per la Svezia ai premi Oscar 2005. Il 'ritorno a casa' é il pretesto certo poco originale che dà il via al racconto, in seguito sviluppato sulle tonalità dell' "inferno in famiglia". Tuttavia, se le premesse non sembrano incoraggianti, lo svolgimento ribalta la situazione. Ne esce allora un ritratto che, partendo dalla protagonista, si allarga ad una coralità in cui ogni elemento occupa un posto ben preciso. Affetti, dolori, speranze, delusioni, si snodano e si sovrappongono attraverso le differenti sfumature di un dialogo quasi sempre pertinente e incalzante. Emergono forti ritratti psicologici e vivi contrasti interpersonali in un alternarsi di sfumature che quando toccano toni ostili e cattivi pagano il dazio di colpe, rimorsi, voglia di perdono. Un ritratto generale seguito dalla regista con occhio di comprensione e di compassione. Atteggiamenti tutti positivi che rendono il film, dal punto di vista pastorale, accetabile, decisamente realistico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con attenzione per la presenza di minori. Più opportuno proporlo in occasioni mirate, per avviare riflessioni sul tema della famiglia, stavolta in contesti meno frequentati quali quelli dell'Europa del Nord.