Le indagini di Lolita Lobosco

Valutazione
Brillante, Consigliabile, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Cibo, Donna, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Giustizia, Mass-media, Matrimonio - coppia, Media, Metafore del nostro tempo, Politica-Società, Solidarietà
Genere
Commedia, Drammatico, Giallo, Poliziesco, Sentimentale
Regia
Luca Miniero
Durata
Stagione 1, episodi 4, durata 100'
Anno di uscita
2021
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
Le indagini di Lolita Lobosco
Distribuzione
Rai - RaiPlay
Soggetto e Sceneggiatura
Liberamente tratto dai romanzi di Gabriella Genisi, la sceneggiatura è firmata da Massimo Gaudioso, Daniela Gambaro e Massimo Reale.
Fotografia
Federico Angelucci (AIC)
Musiche
Santi Pulvirenti
Montaggio
Sara Petracca, Luca Montanari, Pietro Morana (AMC)
Produzione
Angelo Barbagallo, Luca Zingaretti, Maria Panicucci, Filippo Rizzello. Casa di produzione: Bibi Film, Zocotoco, Rai Fiction.

Interpreti e ruoli

Luisa Ranieri (Lolita Lobosco), Filippo Scicchitano (Danilo Martini), Giovanni Ludeno (Antonio Forte), Jacopo Cullin (Lello Esposito), Lunetta Savino (Nunzia Lobosco), Bianca Nappi (Marietta), Giulia Fiume (Carmela Lobosco), Paolo Briguglia (Stefano Morelli), Ninni Bruschetta (Questore Jacovella), Maurizio Donadoni (Trifone), Camilla Diana (Caterina), Aldo Ottobrino (Petresine)

Soggetto

Lolita Lobosco è un vicequestore che decide di tornare a lavorare al Sud, nella sua Bari. Con non poca fatica e molto carattere si inserisce nel nuovo commissariato facendosi rispettare e amare dai suoi colleghi. I suoi modi sono asciutti, ma anche ironici. A Bari ritrova anche la madre, Nunzia, come pure amicizie e amori di un tempo…

Valutazione Pastorale

Non sono pochi i punti di contatto tra le serie Rai “Le indagini di Lolita Lobosco” e “Imma Tataranni. Sostituto Procuratore”. Due donne di carattere, in prima linea per la giustizia, che si muovono in un Sud d’Italia luminoso e affascinante. La pista narrativa è quello del giallo poliziesco, cui si aggiungono riusciti raccordi di dramma familiare a colpi di ironia scoppiettante dipesa in primis dalle protagoniste, rispettivamente Luisa Ranieri e Vanessa Scalera, come pure da un cast di comprimari affiatati. In “Lolita Lobosco” ci sono Lunetta Savino, Ninni Bruschetta, Bianca Nappi e Filippo Scicchitano, in “Imma Tataranni” Massimiliano Gallo, Carlo Buccirosso, Dora Romano e Alessio Lapice. Ad accomunare le due serie, poi, due penne del Sud, Gabriella Genisi (Bari) e Mariolina Venezia (Matera), scrittrici che hanno ambientato i loro gialli in salsa dramedy nel cuore di un tessuto sociale e culturale che conoscono alla perfezione, per vissuto e radicamento identitario. Un tratto che le mette sul sentiero del maestro del poliziesco mediterraneo per eccellenza, Andrea Camilleri, che con il suo “Commissario Montalbano” ha incantato mezzo mondo. La storia. Lolita Lobosco è un vicequestore che decide di tornare a lavorare al Sud, nella sua Bari. Con non poca fatica e molto carattere si inserisce nel nuovo commissariato facendosi rispettare e amare dai suoi colleghi. I suoi modi sono asciutti, ma anche ironici. A Bari ritrova anche la madre, Nunzia, come pure amicizie e amori di un tempo… Grandi ascolti su Rai Uno per “Lolita Lobosco”: nella messa in onda della prima puntata (21.02.2021) ha registrato oltre 7milioni di spettatori, quasi il 32% di share. Un risultato sopra la media delle serie italiane attuali. Vediamo di capirne meglio la formula del successo. Come indicato, la narrazione è forte di un fenomeno letterario che ha trainato senza dubbio pubblico; ma questo non basta. Alla regia, poi, c’è un collaudato autore cinematografico, Luca Miniero, di cui si ricordano “Benvenuti al Sud” (2010) e “Benvenuti al Nord” (2012). La forza della serie, in particolare, poggia molto sull’interpretazione della Ranieri, che sagoma con convinzione il vicequestore Lobosco mettendo in campo diverse sfumature tra dramma, poliziesco e commedia brillante. In fase promozionale si è puntato molto nel rimarcare il ruolo di una donna delle forze dell’ordine capace e solida nel suo lavoro, ma comunque assolutamente femminile e libera. E a ben vedere la serie segue di certo questa traiettoria, punzecchiando un po’ la realtà italiana contemporanea là dove non sempre è così. Infine, altro fatto che ha contribuito al successo è quel grado di intelligente leggerezza che ammanta la serie, che la rende godibile, perché il pubblico avverte più che mai il bisogno di evasione in tempi di pandemia; un elemento che purtroppo ha depotenziato il percorso del “Commissario Ricciardi”, più marcatamente malinconico, virato sui toni della tristezza. Serie consigliabile, brillante, per dibattiti.

Utilizzazione

Serie indicata per un pubblico adulto e per adolescenti.

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