LE RAGIONI DELL’ARAGOSTA

Valutazione
Inconsistente, superficialità
Tematica
Amicizia, Il comico, Mass-media, Politica-Società
Genere
Commedia
Regia
Sabina Guzzanti
Durata
90'
Anno di uscita
2007
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Fandango
Musiche
Riccardo Giagni
Montaggio
Clelio Benevento

Orig.: Italia (2006) - Sogg. e scenegg.: Sabina Guzzanti - Fotogr.(Panoramica/a colori): Caroline Champetier - Mus.: Riccardo Giagni - Montagg.: Clelio Benevento - Dur.: 90' - Produz.: AmbraFandango, Secol Superbo e Sciocco.

Interpreti e ruoli

Sabina Guzzanti (tutti nel ruolo di se stessi), Pierfrancesco Loche, Francesca Reggiani, Cinzia Leone, Antonello Fassari, Stefano Masciarelli

Soggetto

Dopo quindici anni, gli attori di 'Avanzi' (programma satirico di successo su RaiTre si ritrovano in un piccolo villaggio della Sardegna, Su Pallosu. Convocati da Sabina Guzzanti, hanno deciso di mettere su uno spettacolo a sostegno della causa dei pescatori in difficoltà causa lo spopolamento del mare. Tra i pescatori c'é un certo Gianni Usai, ex operaio alla Fiat ed ex sindacalista. Gli attori hanno a disposizione un grande anfiteatro a Cagliari. Le prove prendono il via ma l'entusiasmo iniziale, a poco a poco sembra venire meno.

Valutazione Pastorale

Dice Sabina Guzzanti: "Dopo l'esperienza di 'Viva Zapatero', ho pensato che il lavoro successivo dovesse affrontare questo tema: come si trova la fiducia in un progetto sulla realtà? Come si trova la fiducia nel proprio lavoro, nel proprio passato, nel proprio presente, negli altri ?Questo film é un esperimento sull'agire, sulle difficoltà di organizzarsi, di aggregare; è un discorso sulla frustrazione e sul dubbio costante sull'utilità dell'azione e sulle strategie possibili". E' probabile che la (relativamente) buona accoglienza del film d'esordio abbia fatto credere alla Guzzanti che fare un film è operazione semplice e sbrigativa. Purtroppo resuscitare il passato e cercare di riproporlo come se niente fosse, non basta. Anzi, serve a poco. Il tono del lavoro é pedante e insistito, il succedersi di immagini 'reali' e di altre di repertorio crea scompensi di tensione e finisce per annoiare. Gli attori 'recitano' troppo, e c'è aria più di maniera che di autenticità. Non che le intenzioni siano da rifiutare. Ma, ancora una volta, la quantità di tono ideologico prevarica la voglia di verità. Così il lavoro resta inconcludente. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inconsistente, e segnato da superficialità. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e in altre occasioni, ben tenendo conto di quanto detto sopra.

Le altre valutazioni

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