LE RICAMATRICI

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Donna, Famiglia - genitori figli
Genere
Drammatico
Regia
Eleonore Faucher
Durata
88'
Anno di uscita
2005
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Brodeuses
Distribuzione
Bim Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Eleonore Faucher con la collaborazione di Gaelle Maeche Eleonore Faucher
Musiche
Mike Galasso
Montaggio
Joele Van Effenterre

Orig.: Francia (2004) - Sogg.: Eleonore Faucher - Scenegg.: Eleonore Faucher con la collaborazione di Gaelle Maeche - Fotogr.(Normale/a colori): Pierre Cottereau - Mus.: Mike Galasso - Montagg.: Joele Van Effenterre - Dur.: 88' - Produz.: Alain Benguigui, Betrand Van Effenterre.

Interpreti e ruoli

Lola Naymark (Claire), Ariane Ascaride (sig.ra Melikian), Thomas Laroppe (Guillaume), Maria Felix (Lucile), Arthur Quehen (Thomas), Anne Canovas . (sig.ra Lescuyer), Jackie Berroyer (sig. Lescuyer), Elisabeth Commelin (sig.ra Moutiers)

Soggetto

In un piccolo centro della campagna francese, Claire, 17 anni, scopre di essere incinta ma, scontrosa e introversa, non lo dice a nessuno. Lasciato il lavoro di cassiera al supermercato, cerca rifugio nella bottega artigianale della signora Melikian, dove si fanno confezioni lavorate a mano. Claire mette passione e bravura nell'arte del ricamo e la Melikian la prende come dipendente. Succede che Guillaume, fratello della migliore amica di Claire, ha investito e ucciso con la moto il figlio della donna, che ora, straziata dal dolore, cerca il suicidio. Col passare dei giorni però il rapporto tra le due si fa più approfondito. La Melikian sa che Claire é incinta e le chiede che intenzioni abbia. La decisione della ragazza di partorire e di dare in affido il neonato cambia dopo che lei ha avuto un incontro con Guillaume, di cui da sempre é innamorata. Ora, finalmente sorridente, Claire può dire alla sua datrice di lavoro: "Lo voglio tenere, é una femmina".

Valutazione Pastorale

E' giusto, e anche opportuno, dire subito che si tratta di un film profondamente femminile. Non femminista. Lo sguardo che la regista-sceneggiatrice posa su Claire é quello di chi sa cosa succede quando una nuova vita sta nascendo e tuttavia si vorrebbe non farlo sapere a nessuno. Supportata al meglio dalle due donne protagoniste, quella che sta cominciando l'avventura e quella che invece ha visto brutalmente finire la vita che aveva generato, l'autrice compone uno spartito fatto di piccoli suoni e di sottili armonie, una sinfonia di emozioni, di parole non dette, di gioie e dolori quasi sempre trattenuti. In una cornice quasi retrò, dai sapori antichi, il cuore di Claire batte smarrito ma consapevole di dover andare avanti: anche se del padre non si fa mai parola, anche (e forse soprattutto) perché il nuovo nato sarà una femmina. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, poetico nei toni narrativi e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e proposto per avviare riflessioni sui temi delle ragazze-madri, del parto, del lavoro.

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