Lea. Un giorno nuovo

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amicizia, Amore-Sentimenti, Bambini, Dolore, Donna, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Lavoro, Malattia, Matrimonio - coppia, Metafore del nostro tempo, Morte, Solidarietà
Genere
Commedia, Drammatico, medical drama, Sentimentale
Regia
Isabella Leoni
Durata
Serie da 8 episodi, da 50'
Anno di uscita
2022
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
Lea. Un giorno nuovo
Distribuzione
Rai Fiction
Soggetto e Sceneggiatura
Soggetto: Peter Exacoustos, Anna Mittone, Mauro Casiraghi. Sceneggiatura: Anna Mittone, Mauro Casiraghi
Fotografia
Roberto Meddi
Musiche
Santi Pulvirenti, Tommy Caputo. Il brano "Nuovo giorno, nuova luce" è cantato da Dolcenera
Montaggio
Roberto Siciliano
Produzione
Francesca Tura, Massimo Del Frate. Casa di produzione: Rai, Rai Fiction, Banijay Studios Italy

La serie tv è in distribuzione sulla piattaforma RaiPlay

Interpreti e ruoli

Anna Valle (Lea Castelli), Giorgio Pasotti (Marco Colomba), Mehmet Gunsur (Arturo Minerva), Primo Reggiani (Pietro Verna), Eleonora Giovanardi (Anna Galgano), Daniela Morozzi (Rosa Nibbi), Manuela Ventura (Favilla Mancuso)

Soggetto

Ferrara oggi, Lea Castelli è un’infermiera che torna in corsia dopo un’aspettativa. Ha perso un bambino all’ottavo mese di gravidanza e il suo matrimonio è imploso. Ritrovate le forze, si dedica anima e corpo alla professione. In ospedale ritroverà amici, colleghi, ma anche l’ex marito Marco Colomba, nuovo primario della struttura.

Valutazione Pastorale

Non solo “Doc”. Il 20 febbraio 2022 è stata la Giornata nazionale del personale sanitario e del volontariato, ricorrenza che ha assunto una chiara risonanza nella cornice della pandemia. E la Rai a febbraio è in onda con due titoli forti che raccontano proprio le vite e l’eroismo quotidiano di medici e personale sanitario tutto. La prima è “Doc. Nelle tue mani”, serie che si muove nel solco di un genere collaudato, il medical drama, ottenendo pieni consensi tra critica e pubblico. Novità è invece “Lea. Un nuovo giorno”, medical drama sì ma molto sbilanciata sul binario del sentimento; un racconto costruito sulla resilienza e la determinazione di un’infermiera – singolarità della serie, perché il più delle volte è il camice del dottore a fare da capofila –, che si rapporta alla professione con diffusa tenerezza. “Lea. Un nuovo giorno” (8 episodi) è diretta da Isabella Leoni e prodotta da Rai Fiction e Banijay Studios Italy. Protagonista è Anna Valle; accanto a lei Giorgio Pasotti, Mehmet Günsür, Daniela Morozzi e Primo Reggiani. Chiariamolo subito, l’originalità della serie “Lea. Un nuovo giorno” non risiede nel genere o nello stile narrativo, che sposa pressoché rodate regole da serialità italiana fine anni ’90 e primi anni Duemila. La forza di “Lea” è tutta nelle sfumature del sentimento messe in campo, sfumature affidate soprattutto a una brava e solida attrice, Anna Valle, che veste il personaggio dell’infermiera con grande credibilità e umanità, una professionista che si rapporta ai pazienti e ai familiari con comprensione, ascolto ed empatia. Lea porta con sé il bagaglio della sofferenza, il peso della perdita (un figlio mai nato), trauma che non l’ha vinta, bensì le ha cambiato la prospettiva (un po’ come il personaggio di Andrea Fanti in “Doc”): rinascere con umanità dopo una tragedia, riscoprire il senso di una professione, di una vocazione, partendo anche dalle proprie ferite. Come ha sottolineato la regista Leoni: “Da donna e madre ho cercato di calarmi nei panni di Lea, un’anima profondamente traumatizzata che cerca di tenere insieme i pezzi frantumati del suo essere. Volevo raccontare un personaggio femminile forte e sensibile che vuole sopravvivere al dolore di una grande e terribile perdita. Ogni perdita porta in sé la capacità di rinascere”. Il successo di “Lea” si può legare inoltre al frangente storico-sociale del momento, non solo per il racconto “eroico-umanizzante” di medici e sanitari, ma anche per il diffuso bisogno di speranza, di ripartenza, di rimettere in piedi l’economia ma soprattutto il sogno di un Paese. La serie “Lea” è consigliabile, problematica e adatta per dibattiti.

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